Il Garante Anastasìa in visita al carcere di Velletri

Incontro con la neodirettrice Anna Rita Gentile
Una targa all'ingresso del vecchio carcere di Velletri, nel centro storico. Oggi la Casa circondariale si trova in una zona di campagna, raggiungibile con mezzi pubblici ritenuti insufficienti.

Martedì 16 maggio, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato in visita all’istituto penitenziario di Velletri, assieme ad alcuni suoi stretti collaboratori, dove ha incontrato la nuova direttrice dell’istituto penitenziario di Velletri, Anna Rita Gentile, il comandante della Polizia penitenziaria,  e la responsabile dell’Area educativa, Sabrina Falcone.

Nel corso dell’incontro, la direttrice ha manifestato la volontà di valorizzare l’azienda agricola, a favore di un’offerta trattamentale sempre più avanzata, e ha rappresentato le criticità riscontrate, a cominciare dalla carenza di mezzi pubblici, per coprire la notevole distanza del carcere dal centro abitato, con le relative difficoltà di collegamento per i familiari delle persone detenute, per i detenuti in lavoro esterno e per il pendolarismo del personale proveniente anche da Napoli. Altra criticità è rappresentata dal sovraffollamento di alcune sezioni e di persone detenute con problemi di salute mentale. Si è dunque convenuto della necessità di sollecitare la convocazione del tavolo tecnico sulla sanità penitenziaria con i referenti della medicina penitenziaria del territorio.

Il Garante ha visitato la nuova sala per le videochiamate, con 12 postazioni in uno spazio adeguato, per la quale il Garante si è complimentato con la direttrice, e che ha reso disponibile l’area verde, dove prima si facevano le videochiamate con gli smartphone e  che, però, ha spiegato la direttrice, ancora non è stata riaperta, a causa della carenza di personale. “Nel corso della visita – ha dichiarato il Garante – sono stati gli stessi detenuti a sottopormi la richiesta di riapertura dell’area verde, è possibile effettuare colloqui con i propri familiari, tra cui molti bambini, in un ambiente più adeguato e sereno. Mi sento di condividere pienamente tale richiesta – ha concluso il Garante -, tanto nel loro interesse quanto in quello dei minori coinvolti”.