
Martedì 22 luglio, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha approvato, in esame preliminare, un provvedimento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che apporta modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, in materia di procedimento per la concessione della liberazione anticipata e di corrispondenza telefonica dei detenuti e degli internati.
In attuazione all’articolo 5 del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, il testo introduce una diversa procedura, che vuole essere più rapida e più rigorosa, per la concessione del beneficio della liberazione anticipata, già previsto nell’ordinamento penitenziario. Si prevede l’informatizzazione del fascicolo personale del detenuto e, nelle more, la trasmissione degli elementi di valutazione necessari da parte del direttore dell’istituto al magistrato di sorveglianza. Inoltre, si incrementa il numero dei colloqui telefonici settimanali e mensili dei detenuti con i propri familiari, al fine di garantirne la prosecuzione dei rapporti personali.
L’edilizia penitenziaria
Nel corso della conferenza stampa che si è svolta al termine della seduta del Cdm, il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, Marco Doglio, appositamente invitato, ha illustrato il programma dettagliato degli interventi di edilizia penitenziaria per gli anni 2025-2027, elaborato con la Presidenza del Consiglio, il ministero della Giustizia e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ai sensi dell’articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 112.
Il Piano prevede un insieme coordinato d’interventi, finalizzati al recupero di sezioni esistenti e alla realizzazione di nuovi posti detentivi. L’obiettivo è aumentare la capienza complessiva del sistema penitenziario, migliorando al contempo le condizioni strutturali degli istituti e contrastando in modo strutturale il fenomeno del sovraffollamento. È previsto un totale di 60 interventi strutturali, dei quali 3 sono già conclusi, 27 sono in corso e 30 sono prossimi all’avvio, per un costo di 758 milioni di euro nel triennio. Attraverso ampliamenti delle strutture esistenti, saranno creati 3.716 nuovi posti, mentre ristrutturazioni e manutenzioni consentiranno il recupero complessivo di ulteriori 5.980 posti, per un totale al termine del triennio di 9.696 posti aggiuntivi.

Il commissario straordinario Doglio illustra il Programma di edilizia penitenziaria per il triennio 2025-2027.
Detenzione domiciliare per tossicodipendenti e alcoldipendenti
Inoltre, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha approvato, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento, un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti.
Il testo presenta un nuovo regime di detenzione domiciliare destinato a condannati tossicodipendenti e alcoldipendenti, finalizzato a rispondere meglio alle loro esigenze socio-riabilitative. Le norme consentono loro di richiedere, anche in qualsiasi momento, l’ammissione alla detenzione domiciliare presso strutture autorizzate, sulla base di un programma terapeutico residenziale, che può essere concesso una sola volta.
La richiesta viene valutata da una Commissione che verifica l’effettiva dipendenza e il legame con il reato. La struttura sanitaria coinvolta deve inviare relazioni periodiche sull’andamento del programma, e l’eventuale mancato completamento o comportamenti incompatibili comportano la revoca della misura. Se il programma si conclude positivamente, il magistrato può disporre la detenzione domiciliare o l’affidamento in prova, con limiti alla durata delle pene residue, in funzione della pericolosità sociale e delle specifiche condizioni del soggetto.