Ex ufficiale dell’esercito, sono dentro per rapina

Mi chiamo Mauro Z.

Sono nato a Roma il 29/09/1958, sono felicemente coniugato con due figli.

A seguito di un inconveniente avuto solo perché in compagnia di un mio conoscente, mi ritrovai coinvolto in una situazione per la quale, ad anni di distanza, sono stato condannato per quella che fu definita una rapina, ma che a tutti gli effetti non era, anche perché io non sono mai appartenuto a nessun ambiente malavitoso.

Mi sono ritrovato all’età di sessantasei anni ad essere tradotto presso questo istituto e privato della libertà, portato in una sezione dove mi sono dovuto adattare a convivere con delle persone sconosciute, che mi hanno accolto come nuovo giunto.

Devo dire che, nonostante la mia idea di quello che poteva essere la detenzione, ho trovato un’accoglienza amichevole alla quale mi sono subito adattato. Nonostante questo, la mia testa rimane sempre al di fuori di queste mura, con la mia famiglia, i miei figli e con la speranza di ricevere una alternativa alla detenzione che mi ridia la libertà.

Provenivo dall’Esercito Italiano come ufficiale, fui congedato con il grado di Tenente. Avendo già una famiglia, con l’aiuto di mio padre ingegnere, creai una mia impresa edile e continuai per circa venti anni. Poi, a seguito di una forte crisi del settore, fui costretto a chiudere questa impresa.

Mi sono improvvisato giardiniere, creando una piccola impresa per circa quindici anni. A seguito di problemi di salute non ho potuto continuare l’attività e sono stato costretto a chiudere.

Successivamente, grazie all’aiuto di un mio amico, sono diventato dipendente della sua azienda di servizi, svolgendo il ruolo di portiere di condominio, lavoro che ho continuato per diversi anni, fino all’arrivo di questo inconveniente che ha reso esecutiva la mia condanna.

Anche dovendo affrontare questa difficoltà, la mia famiglia mi è rimasta molto vicina, dandomi la forza di superare questo periodo. La loro presenza costante ai colloqui visivi e l’aiuto economico mi hanno fatto sentire sempre pieno del loro amore.

Questo mi dà la forza per tornare a vivere la mia vita con loro, certo che ciò che è accaduto non potrà mai ricapitare. Quello che sto vivendo ora non fa e non farà mai parte del mio ambiente.

Attendo la mia libertà.

Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 4 –agosto 2025, scaricabile da qui: Voci di ballatoio n.4

I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.