“A casa di Leda” la convivenza protetta delle madri con i bambini

L’Asp Asilo Savoia e la cooperativa sociale Cecilia onlus sottoscrivono una convenzione per la prosecuzione del progetto per l’inclusione attiva delle donne in esecuzione penale con figli
L'immobile nel quartiere romano dell'Eur che
L'immobile nel quartiere romano dell'Eur che ospita donne in esecuzione penale con figli minori.

L’Azienda per l’assistenza alla persona (Asp) Asilo Savoia e la cooperativa sociale Cecilia onlus, in qualità di capofila mandante di un’apposita Associazione temporanea di scopo (Ats) composta da tre soggetti del Terzo settore, hanno sottoscritto una convenzione per la prosecuzione del progetto di convivenza protetta per genitori con figli denominato “Casa di Leda”, di cui l’Asilo Savoia è il soggetto attuatore.  Il servizio, promosso da Roma Capitale e sostenuto congiuntamente da Regione Lazio e Asilo Savoia, si rivolge a donne detenute con figli minori ed è volto ad assicurare il benessere dei bambini e sostenere le madri nelle loro funzioni genitoriali  in un immobile, situato in via Kenya, sequestrato alla criminalità e messo a disposizione da tre anni dal Comune di Roma Capitale.

La convenzione appena sottoscritta prevede interventi su due livelli di operatività diversi ma integrati: un primo livello riguarda l’offerta di vitto e alloggio (colazione, pranzo, cena sette giorni su sette); l’altro livello è legato all’attenzione posta all’individuo e ai processi socio affettivi, genitoriali e relazionali. La durata della convenzione è di nove mesi. L’Asilo Savoia riconoscerà all’Ats un importo fino a un massimo di 90.000 euro, da destinare al ristoro dei costi vivi ed effettivamente sostenuti.

“Da oggi – ha dichiarato il presidente di Asilo Savoia, Massimiliano Monnanni – parte una nuova e ancor più importante fase per ‘Casa di Leda’. Dalla sperimentazione condotta in questi anni, grazie alle sinergie tra amministrazioni pubbliche e terzo settore, nasce un modello integrato di intervento che consentirà non solo di rispondere agli obiettivi istitutivi delle case protette, ma anche e soprattutto di realizzare un effettivo reinserimento sociale e lavorativo delle donne avvolte e di pervenire a un monitoraggio omogeneo e con indicatori consolidati sull’andamento del fenomeno e sui follow up dei percorsi di uscita”.

Per quanto attiene l’azione regionale dedicata al reinserimento dei detenuti, il piano sociale regionale denominato “Prendersi cura, un bene comune” promuove il miglioramento della condizione carceraria, favorendo, tra l’altro, il ricorso a misure alternative alla detenzione, con particolare attenzione per le detenute madri con figli minori. In tale contesto si colloca il protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Comune di Roma Capitale e alcune Asp tra le quali Asilo Savoia al quale sono affidati alcuni compiti specifici, come affiancare alle attività di mera accoglienza interventi per l’inclusione delle persone accolte, orientate al reinserimento sociale delle donne detenute, favorendone la rieducazione alla legalità e alla cittadinanza, l’avviamento all’inserimento lavorativo, e il sostegno alle capacità genitoriali; – garantire ai bambini accolti la frequenza scolastica e/o dei servizi educativi appropriati, e favorire, attraverso adeguati supporti educativi professionali, l’inserimento dei bambini tra i propri pari, tramite avviamento ad attività ludiche, espressive, ricreative e sportive e il miglioramento delle opportunità di crescita equilibrata ed inclusiva. In futuro questa progettualità potrà essere sostenuta dal finanziamento previsto dalla legge di bilancio, per il triennio 2021-2023.