Sabato 17 giugno è stato siglato un accordo interistituzionale tra ministero della Giustizia e Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), per promuovere, con attività concrete, il lavoro e la formazione quali veicoli di reinserimento sociale per le persone private della libertà.
L’intesa, siglata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, promuove “una collaborazione orientata a diffondere le condizioni per un lavoro penitenziario formativo e professionalizzante, finalizzato all’utilizzo proficuo del tempo della reclusione e all’accrescimento delle competenze personali dei soggetti reclusi”, si legge nel testo dell’accordo.
Collaborazione che nasce dalla considerazione che “il lavoro – si legge nelle premesse dell’accordo – rappresenta uno degli elementi del trattamento penitenziario finalizzati al reinserimento sociale dei detenuti ed al conseguente abbattimento del rischio di recidiva”. Inoltre, si prevede “l’incremento dei percorsi di formazione anche universitaria e di riqualificazione professionale a favore dei detenuti e internati”, nonché l’istituzione, al fine di monitorare il perseguimento degli obiettivi di cui all’accordo, di “una apposita cabina di regia – presieduta dal sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia con delega per il trattamento dei detenuti, Andrea Ostellari -, la quale farà pervenire periodicamente al ministro e al presidente del Cnel i risultati dell’attività svolta per la preparazione e l’adozione delle conseguenti iniziative”.
Così la nota congiunta del ministero della Giustizia e del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.