Mercoledì 26 luglio, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, ha incontrato la dirigente del Centro per la giustizia minorile (Cgm) per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, Anna Maria Santoli, per discutere dei problemi e delle difficoltà dell’Istituto penale per minorenni di Roma. Il Garante e la dirigente del Cgm hanno convenuto che da settembre l’ufficio del Garante parteciperà alle azioni di monitoraggio del Cgm sulle comunità che ospitano minori e giovani adulti in esecuzione penale (attualmente 47 in Regione).
Come si legge nella relazione annuale del Garante 2021/2022, nell’Istituto penale minorile Casal del Marmo di Roma, alla data del 31 dicembre 2022, risultavano presenti 43 persone, di cui 17 di nazionalità italiana e 26 straniera. Quasi la totalità dei minori e giovani adulti presenti erano maschi e soltanto quattro le ragazze. A fine dicembre 2021 gli ospiti di Casal del Marmo erano 28 e nel dicembre 2020 erano 38. Anche qui si è quindi verificata una inversione di tendenza significativa rispetto agli anni della pandemia. Gli ingressi di detenuti stranieri sono costantemente superiori a quelli dagli italiani (nel 2022 sono stati 121 vs. 83).
I minorenni in stato di arresto, fermo o accompagnamento all’udienza di convalida, che deve aver luogo entro il termine tassativo di 96 ore, sono ospitati nel Centro di prima accoglienza (Cpa) del ministero della Giustizia territorialmente competente. Nel 2022 i minori che hanno fatto ingresso nel Cpa di Roma sono stati 129 (di cui 48 stranieri e 81 italiani); le ragazze sono state 16 (13 straniere e 3 italiane). Rispetto al 2021 il numero complessivo di ingressi è cresciuto di dieci unità. Anche in questo caso si è verificata una inversione di tendenza rispetto alle diminuzioni degli ingressi che si era realizzata sia nel 2021 che nel 2020. Nel 2022 sono stati 172 gli ingressi in comunità deputate all’esecuzione dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria di Roma resi nei confronti di minorenni autori di reato. Gli stranieri sono stati 68, le ragazze dieci.
“Il problema della giustizia penale minorile, visto dal punto di vista del Garante – ha dichiarato Anastasìa, al termine dell’incontro -, è innanzitutto parte del problema della mancanza di risorse umane e finanziarie del sistema giustizia. Anche a Roma le strutture sono state fatiscenti al punto di dover chiudere a turno le sezioni detentive per consentirne la ristrutturazione e il rispetto dei più elementari standard di sicurezza, ma il problema più grave nel tempo è stata la mancanza di personale, tale per cui alcuni servizi non possono essere garantiti (per esempio i colloqui in area verde). La direzione dell’istituto penale per minori – ha concluso Anastasìa – è stata oggetto di una girandola di incarichi provvisori che, al di là della qualificazione professionale dei singoli dirigenti chiamati temporaneamente a ricoprirli, che qui non si discute, non consente una programmazione di interventi in una realtà dove invece la mission istituzionale della rieducazione ha più chance che tra gli adulti di essere perseguita e di avere successo nel lungo periodo”.