REMS CASTORE di Subiaco

Ubicazione e Caratteristiche

Ubicazione
Contrada Colle Cisterna snc, presso il presidio ospedaliero A. Angelucci di Subiaco.
Email: rems.castore@aslroma5.it
Pec: rems.castore@pec.aslroma5.it
Tel.: 0774.811 5235 / 5334

Caratteristiche

La struttura si estende su due livelli:

  • un primo piano dedicato alle attività comuni e ai laboratori, con una terrazza protetta;
  • un secondo piano con le stanze dei clinici, le camere di degenza e il refettorio.

É presente uno spazio esterno, adibito ad attività sportive o ludiche.

Servizio trasporto urbano/extraurbano

Linea Cotral con partenza dalla stazione di Ponte Mammolo di Roma.
Servizio navetta comunale per collegamento con la struttura.

 

Articolazione interna

Stanze di degenza

Nove stanze doppie e due singole. Capienza 20 posti letto, attualmente ridotti a 16 per eventuali esigenze di isolamento sanitario precauzionale.

Servizi igienici

Privati, in ogni stanza.

Palestra

Presente.

Sale attività in comune

Una sala mensa e due sale per il tempo libero e le attività in comune, una biblioteca, computer, sala riunioni.

Cucina

Presente, non sufficiente a gestire pasti completi per tutti i pazienti, ma utile per permettere ai pazienti stessi di cucinare le integrazioni al vitto nella formula di attività vocazionale remunerata dalla Asl.

Spazi esterni

Presente, una parte in prato e una in mattonato, con recinzione e prevista videosorveglianza.
Al momento la sorveglianza è garantita da un’unità della vigilanza, e per tale motivo lo spazio è utilizzato a fasce orarie prestabilite per quattro/cinque ore al giorno.

Sale attività clinica

Una stanza per i medici, una per gli psicologi, una per i terapisti della riabilitazione, una per gli infermieri;
Una stanza per i gruppi;
Una stanza del responsabile.

Sale colloqui con familiari/operatori esterni/avvocati

Presente. A fronte dell’emergenza sanitaria, i colloqui sono stati svolti, e tuttora su richiesta possono essere svolti, a distanza, tramite la piattaforma skype o, in alternativa, telefonicamente.

Sala fumatori

Presente, ma impianto di areazione mal funzionante.

 

Amministrazione

Asl di competenza

Asl Roma 5

Direttore Asl

Dr. Giorgio Santonocito

Responsabilità struttura

Dr.ssa Giovanna Paoletti

Organico

  • Quattro medici psichiatri;
  • due psicologi;
  • un assistente sociale;
  • quattro terapisti della riabilitazione;
  • 15 infermieri, una coordinatrice infermieristica e quattro operatori sociosanitari.

 

Tribunale di Sorveglianza Ufficio di Roma

Presidente:

Maria Antonia Vertaldi

 

Istituto Penitenziario di Riferimento

Casa circondariale di Cassino

 

Ufficio per l’esecuzione penale esterna (Uepe) di Roma

Responsabile: Patrizia Calabrese

 

Rilevazioni

Struttura del reparto
  • Arredo stanze di degenza: Letti e armadietti fissati al muro.
  • Condizione bagno: Adeguata. Presenti specchi, fissati al muro. I soffioni sono anti impiccagione. I sanitari sono di ceramica.
  • Arredo sale attività in comune: Panche con tavoli, librerie, tre tv, divani.
  • Acqua calda: Garantita
  • Luce naturale/artificiale: Adeguata
  • Ventilazione/aereazione: Le finestre sono bloccate, ma vengono aperte ogni giorno dal personale per il ricambio d’aria.
  • Riscaldamento: Adeguato
  • Decoro: La struttura è nuova e ben tenuta. Gli arredi e i colori sono adeguati. Presenti decorazioni alle pareti realizzati dai pazienti. La pulizia è garantita.
  • Cibo ed eventuale integrazione: Il vitto è ospedaliero, inadeguato per le lungo-degenze, sia per la quantità che per la qualità e la varietà. È prevista un’integrazione del pasto serale, grazie all’attività vocazionale di cucina.
  • Videosorvegilanza: Presente nei corridoi, nelle sale per l’attività clinica e nelle sale comuni.
Forniture
  • Prodotti igiene personale: Fornitura ospedaliera. Possibilità di acquisti personali di prodotti a scelta, in occasione delle uscite all’esterno.
  • Biancheria / Lenzuola: Fornitura ospedaliera.
  • Vitto differenziato: Disponibile.
  • Adozione Carta dei servizi sanitari/diffusione tra i pazienti: Sì.
Attività
  • Cliniche/riabilitative: Gruppi terapeutici, destinati a circa sei/nove persone a gruppo. Interventi multifamiliari di sostegno alle famiglie, da remoto.
  • Vocazionali: Finanziate da un fondo Asl, prevedono l’impiego di alcuni pazienti in alcune attività domestiche remunerate.
  • Scolastiche/Universitarie: Un internato fa alfabetizzazione a distanza – lezioni online due a settimana, per un totale di tre ore circa. Quattro internati faranno lezioni di informatica, in presenza. Due iscritti all’università, facoltà di filosofia ed economia, attualmente dimessi.
  • Formazione professionale: Non presente.
  • Sportive:
    • Sospese da marzo a giugno 2020 e da ottobre 2020 a marzo 2021, riprese a seguito della vaccinazione di tutti i pazienti.
    • Lezioni di ginnastica posturale.
    • Previsto a breve l’avvio di calcio e tennis da tavola, comprese nella Campagna “Lo sport entra nelle carceri” finanziate dalla Regione Lazio e realizzate da Coni Lazio.
  • Culturali/ricreative: Sospese da marzo a giugno 2020 e da ottobre 2020 a marzo 2021.
  • Religiose: Presente per cristiani cattolici. Non sono mai state avanzate altre richieste, ma ci sarebbe la possibilità di soddisfarle.
  • Esterne alla struttura:
    • Sospese da marzo a giugno 2020 e da ottobre 2020 a marzo 2021.
      • Tre ore ogni tre settimane di uscita nel paese a gruppi di due;
      • Varie uscite specifiche per attività riabilitative (ippoterapia, partite di calcio)
      • Manutenzione dell’area verde comunale, su convenzione con il Comune di Subiaco.
  • Mediazione culturale: Non presente

 

NOTE

  • Tutti i pazienti sono stati vaccinati nel mese di febbraio 2021. Non c’è stato comunque nessun caso di positività al Coronavirus.
  • Il 3 giugno 2020 sono ripresi i colloqui familiari in presenza. L’organizzazione è analoga alla precedente; i colloqui sono stati collocati in stanze dove è garantita un’adeguata ventilazione o direttamente nello spazio esterno. Gli stessi sono stati poi interrotti nuovamente ad ottobre, ma adesso che i pazienti sono vaccinati si tende verso la ripresa.
  • Ugualmente, nel mese di luglio 2020 sono riprese le licenze. Al rientro, non sono stati fatti i tamponi ma si è mantenuto il “distanziamento” per 14 giorni – non un isolamento, i pazienti in rientro sono stati posti in stanze singole per dormire e hanno consumato i pasti dopo gli altri pazienti, ma è stata loro garantita la partecipazione alla vita comune utilizzando i Dispositivi di protezione individuale e mantenendo solo la distanza. Le licenze sono state poi nuovamente bloccate ad ottobre, ma è prevista a breve la ripresa.
  • Il Garante ha potuto svolgere colloqui telefonici con tre internati, su loro richiesta.
  • In occasione della prima ondata di contagi, nel mese di marzo 2020, al fine di ridurre il numero dei pazienti ricoverati e facilitare la prevenzione del contagio da Coronavirus, il Garante ha provveduto a segnalare agli organi competenti i casi di pazienti internati che si trovavano nelle condizioni di poter essere dimessi, come indicato dai responsabili delle strutture stesse.
  • Tempo medio di permanenza un anno e mezzo.
  • Viene riportato un ottimo rapporto con il territorio, per quanto in questo anno particolare non sono state molte le occasioni di contatto.
  • Buone prassi: due internati sono stati dimessi, con “ordinanza aperta” del magistrato, ovvero restano in struttura finché non si ottiene la disponibilità di una struttura esterna, con liberazione immediata, senza necessità di udienza di riesame. Questa procedura sembrerebbe essere molto funzionale per tagliare i tempi di attesa delle udienze, ma non è utilizzata da tutti i magistrati.
  • Buone prassi: nel mese di ottobre, un paziente ha avuto, prima del ricovero, un’udienza di riesame ed una nuova perizia per valutare la permanenza della necessità della misura.
  • Il Garante ha inviato una nota al direttore generale della Asl ed all’Assessore alla sanità della Regione Lazio relativamente alla qualità ed alla quantità del vitto fornito ai pazienti, considerato non solo decisamente insufficiente, ma anche poco gradevole al gusto e di scarsa varietà, in particolare specificando la differenza tra un vitto propriamente ospedaliero, adatto quindi a brevi periodi, ed un vitto destinato a degenze lunghe anche oltre un anno.

 

Criticità

  • Inserimenti considerati “incongrui”: pazienti internati senza una psicopatologia chiara e senza bisogno di ricovero in Rems; pazienti provenienti da percorsi alternativi di esecuzione della misura di sicurezza (libertà vigilata a casa, inserimento a lavoro, inserimento in una comunità terapeutica del territorio); pazienti con diagnosi di disabilità intellettiva o con tossicodipendenza.
  • Nonostante si cerchi di organizzare molte attività riabilitative all’interno, queste assumono inevitabilmente carattere di ripetitività e di monotonia sul lungo periodo. Non c’è una progettualità nel medio e lungo termine.
  • Assenza di un efficace servizio di mediazione culturale.
  • In alcuni casi gli avvocati presentano istanza di riesame senza un previo confronto né con la struttura né con i servizi territoriali, creando molte difficoltà agli operatori nella gestione del rapporto con i pazienti nel caso di, prevedibili, rigetti.