
Mercoledì 5 marzo, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, è intervenuto nel corso dell’ evento del progetto di terza missione dell’Università Sapienza 3CI Lab, intitolato “Università, carcere e città: una sinergia possibile? “, che si è svolto nel teatro della Casa circondariale di Latina. Questa iniziativa ha visto la sinergia tra l’Università Sapienza di Roma e la Casa Circondariale di Latina, con l’obiettivo di esplorare la possibilità di una collaborazione fruttuosa tra università, carcere e comunità locale.
La giornata è iniziata con i saluti istituzionali della direttrice della Casa circondariale di Latina, Pia Paola Palmeri, di Giuseppe Coriddi, consigliere comunale, presidente della commissione istruzione delegato dalla Sindaca di Latina, Matilde Celentano, e, da remoto, di Pasquale Bronzo, delegato della rettrice per il Polo universitario penitenziario della Sapienza.
Il programma si è articolato in due sessioni. Nella prima, esperti accademici hanno condiviso spunti teorici su tematiche cruciali come il reinserimento e l’inclusione sociale, la dialettica tra carcere e città, e le prospettive di un carcere responsabile, con relatori come Guido Colaiacovo e Valeria Torre dell’Università di Foggia, e Alessandro Albano, funzionario dell’ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. La sessione si è conclusa con un intervento della magistrata di sorveglianza Chiara Gallo, che ha offerto una visione giuridica della questione.
La seconda sessione ha visto la partecipazione di autorità e attori locali, con un focus su come costruire una collaborazione efficace tra il carcere e la città di Latina. Moderata da Fabrizia Covino della Sapienza, questa parte dell’evento ha stimolato un proficuo scambio di idee e proposte per un futuro di maggiore integrazione e supporto reciproco.
Nel corso della seconda parte dell’incontro, è intervenuto anche il Garante Anastasìa, il quale tra l’altro ha dichiarato quanto segue: “Il recupero e il reinserimento delle persone detenute nella società non è soltanto una responsabilità esclusiva del ministero della Giustizia, bensì è una responsabilità repubblicana, ovvero una responsabilità di tutte le istituzioni e della società civile, come è testimoniato quotidianamente dalle scuole, dalle università, dai servizi sanitari, dal volontariato”.
E’ poi intervenuto il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, Giacinto Siciliano, il quale ha ricordato che il carcere è l’unica istituzione pubblica che non può non accettare alcuno e ha poi risposto alle domande di alcune detenute dell’Alta sicurezza presenti in gruppo nella platea.
La Dirigente scolastica del Cpia 9 Latina, Viviana Bombonati ha portato una testimonianza positiva: «All’interno del carcere il Cpia eroga corsi di italiano agli stranieri e corsi per il conseguimento del diploma di terza media. Ora c’è un nuovo progetto con il Liceo Artistico di Latina, tramite il quale possiamo portare al diploma di scuola secondaria superiore. A questo punto si può pensare anche in termini di Università».
Presenti all’evento anche gli studenti della Sapienza che, grazie alla collaborazione con il Carcere di Latina hanno avuto la possibilità di incontrare i detenuti e le detenute, lavorando sul progetto 3CI Lab – Costituzione – Carcere – Città di Latina. Gli studenti nei loro contributi hanno raccontato le impressioni e le emozioni derivanti dall’esperienza e dai positivi effetti, come cittadini e futuri professionisti, dell’aver affrontato la tematica penitenziaria nel corso degli studi.
Tra gli interventi delle detenute e dei detenuti si evidenzia nelle donne la necessità di un maggior numero di telefonate, rispetto a quelle previste per il circuito Alta Sicurezza al quale appartengono, per riuscire in qualche modo a compensare le problematiche che emergono nel ruolo materno frustrato dalla detenzione; gli uomini, invece in gran parte in attesa di giudizio, dichiarano l’esigenza di una maggiore velocità del processo penale.
A chiusura dell’evento sono state donate le shopper realizzate, e personalizzate con il logo di 3CI Lab dalle detenute partecipanti al Laboratorio di Arte Solidale che da anni è presente nel carcere di Latina grazie all’opera volontaria dell’artista Giuliana Bocconcello unitamente all’Associazione Cocci e Coriandoli. Infine, i ringraziamenti per uno sforzo organizzativo non scontato, sono andati all’area educativa dell’istituto penitenziario, rappresentata dal responsabile Rodolfo Craia, e al personale di Polizia penitenziaria.

Anastasìa durante il suo intervento.

Foto di gruppo al termine della manifestazione.