“Il sovraffollamento penitenziario sta diventando ogni giorno più intollerabile. Bene, dunque, hanno fatto i detenuti del carcere di Rieti a manifestare pacificamente il loro disagio. Sta alla politica, alla magistratura, all’amministrazione penitenziaria raccogliere quella denuncia e approntare le necessarie e tempestive risposte a una situazione che non può continuare ad aggravarsi progressivamente da qui all’estate e oltre”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla notizia della protesta dei detenuti, i quali sabato sera si sono rifiutati di rientrare nelle loro celle detentive. A fronte di 289 posti disponibili, nella casa circondariale di Rieti sono presenti 498 detenuti (dati Dap al 30 aprile 2024). Con un tasso di affollamento pari al 172 per cento, il carcere di Rieti è il secondo istituto penitenziario del Lazio più affollato, al pari della casa circondariale di Civitavecchia, secondo dopo Regina Coeli che tocca un tasso pari al 180 per cento.
Secondo quanto hanno riferito alla stampa alcune sigle sindacali della Polizia penitenziaria, sabato all’interno del carcere reatino forte è stata posta in essere una protesta da parte di tutti i detenuti ristretti, i quali si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle detentive perché denunciano le gravi condizioni di sovraffollamento e l’assenza di un di un dialogo con le istituzioni. Tutto il pomeriggio di sabato i detenuti avrebbero effettuato la battitura delle inferriate con tutti gli strumenti in loro possesso. Il personale di Polizia Penitenziaria, richiamato in servizio, è accorso per riportare la calma all’interno dell’istituto penitenziario, ma, nonostante tutto i detenuti avrebbero dichiarato di voler trascorrere la notte al di fuori dalle proprie celle.