Nel Lazio, alla data del 31 marzo, risultano presenti 5.644 detenuti. Rispetto al mese precedente, vi è stata una riduzione di otto unità (-0,1 per cento). Ricordiamo che il mese scorso la riduzione era stata più consistente (i detenuti presenti erano l’1,9 per cento rispetto a gennaio). A livello nazionale il numero di presenti complessivo è di 53.509, in riduzione (dello 0,3 per cento) rispetto al mese precedente
Per quanto riguarda la nostra regione, dopo i primi due mesi dell’anno in cui c’è stata una riduzione del numero di detenuti abbastanza significativa, in marzo la situazione delle presenze si è stabilizzata ed è rimasto altrettanto stabile il numero di 4.760 posti disponibili. Continua però a migliorare la situazione riguardante il numero e l’incidenza dei detenuti in attesa di giudizio che è leggermente calata rispetto a fine febbraio e, per il secondo mese consecutivo, si è allineata alla media nazionale (è il 16,2 per cento rispetto al 15,9 per cento).
La situazione rimane comunque ancora decisamente critica e sarebbe necessario un incremento nell’adozione sia delle misure contenute nel cosiddetto decreto ristori, (licenze premio straordinarie per i semiliberi, durata straordinaria dei permessi per i lavoranti all’esterno e il rinnovo di misure per incentivare la detenzione domiciliare dei detenuti a fine pena) sia di ulteriori strumenti che consentano di ampliare maggiormente la possibilità di accesso all’esecuzione penale esterna o perlomeno al lavoro esterno per i detenuti ristretti.
Auspichiamo che con il rapido avvio e sviluppo efficiente della campagna vaccinale che inizia in queste prossime settimane si possa al più presto tornare alla normalità anche su questo terreno.
A fine marzo il tasso di affollamento complessivo negli istituti di pena del Lazio, calcolato sulla base della capienza regolamentare dichiarata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), sarebbe del 108 per cento, mentre in tutta Italia è del 105 per cento.
Come abbiamo già più volte considerato, rispetto ai dati delle capienze “regolamentari”, in parecchi istituti di pena della nostra regione i posti effettivamente disponibili sono decisamente più ridotti a causa dello stato di degrado di alcuni reparti, di lavori di ristrutturazione e di adeguamento degli edifici in corso e di altre misure di sicurezza. Complessivamente a livello regionale i posti non utilizzabili sono quasi 400.
Analizzando la situazione dei singoli istituti sulla base delle valutazione delle schede di trasparenza disponibili sul sito del Ministero della Giustizia , il tasso di affollamento complessivo del Lazio è del 119 per cento e in sei Istituti di pena della regione risulta superiore a tale soglia.
Va segnalato comunque un nuovo, leggero miglioramento nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso con un tasso di sovraffollamento effettivo che è passato al 109 per cento dal 119 per cento di gennaio e al 112 per cento di marzo.
L’altro istituto di pena in cui vi è stata un ulteriore riduzione del tasso di affollamento (dal 106 per cento al 102 per cento) è quello di Rieti dove, erano state adottate misure di decongestionamento anche a causa di un focolaio di contagi da Covid-19 che sembra essersi risolto nei giorni scorsi.
Continua, infine a destare particolare preoccupazione la situazione negli istituti di Latina, Civitavecchia, Cassino, Regina Coeli e Viterbo dove il tasso di affollamento supera il 140 per cento.