Provvedimento del Tribunale di sorveglianza; carcere inumano, detenuto esce prima
“Bisogna tornare dai giudici, e se necessario alla Corte europea, per far riconoscere l’indegnità delle condizioni di detenzione in molte carceri italiane”. Così il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, alla notizia della decisione del magistrato di sorveglianza di Firenze di scarcerare un detenuto della Casa circondariale di Sollicciano, per trattamento inumano, promosso da L’Altrodiritto OdV. La decisione ripercorre la costruzione ermeneutica della Corte Edu e della Cassazione sul calcolo dello spazio pro capite disponibile in cella e sulle condizioni detentive e attesta la violazione dell’art. 3 Cedu per trattamento inumano e degradante all’interno dell’istituto fiorentino. Si tratta di una importante pronuncia che rimette al centro dell’attenzione (dopo il periodo dell’emergenza Covid) non solo il tasso di sovraffollamento, ormai superiore ai 60.000 detenuti e detenute, ma anche le condizioni degradanti e la violazione della dignità umana in cui sono ristrette le persone private della libertà personale in Italia.
Come si legge sul quotidiano La Nazione di giovedì 4 gennaio 2024 il provvedimento del tribunale di sorveglianza di Firenze ha accolto il ricorso di un detenuto di 58 anni peruviano condannato per omicidio – difeso dall’avvocato Elisa Baldocci – e applicato uno sconto di pena di 312 giorni sulla base dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, laddove si proibisce «la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante».
«La motivazione del provvedimento è ineccepibile – ha dichiarato a La Nazione Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti della Toscana –, è un esame analitico delle insufficienti qualità della struttura e di tutte le sue carenze che, messe in rapporto con la durata e il tipo di detenzione del soggetto in questione, violano i diritti dell’uomo». Cimici nei letti e sui muri, e segni dei loro morsi sulle braccia dei detenuti, infiltrazioni d’acqua, muffa, pareti che si scrostano, ma anche dimensioni delle celle sotto gli standard richiesti dalla Cedu: sono i contenuti che compaiono nei verbali dei sopralluoghi dell’Asl e che il magistrato di sorveglianza, Maria Elisabetta Pioli, ha usato nel suo provvedimento per illustrare il «trattamento inumano e degradante» al quale sono sottoposti gli ’ospiti’ di Sollicciano.
Storture che – stando a quanto riportato su La Nazione – hanno potuto constatare anche alcuni membri dell’Onac (Osservatorio nazionale sulle carceri dell’associazione italiana giovani avvocati). In particolare, a essere teatro di decadenza e poca igiene sono il reparto accoglienza, nel quale «in una cella c’erano addirittura sei detenuti», e quello Atsm, ovvero per la tutela della salute mentale. Ale dell’istituto penitenziario refertate anche negli atti del Tribunale di sorveglianza, dai quali emergono anche «importanti problematiche igienico-manutentive». Altri avvocati hanno deciso che faranno ricorso per quei carcerati che vivono situazioni analoghe.