Ventotene, riparte il piano per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano

“Spero che ora, grazie all’impegno della Commissaria del Governo Silvia Costa, possa finalmente diventare operativo il progetto di recupero del carcere di Santo Stefano”. Queste le parole del Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, dopo l’annunciata ripartenza del piano di recupero, messa in sicurezza e riqualificazione del carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano, a Ventotene.

Il commissario straordinario di governo, Silvia Costa, ha infatti presentato nei giorni scorsi il piano operativo e il cronoprogramma che dovrà caratterizzare il recupero della struttura da qui fino alla fine del 2021. Lo ha fatto a Roma, nel corso dell’ultima riunione del tavolo Istituzionale Permanente del Contratto di Sviluppo Santo Stefano-Ventotene cui hanno partecipato, oltre a Silvia Costa, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, e il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.

Determinante per la ripartenza del progetto la firma dell’accordo tra il Mibact e la società “Invitalia” in qualità di attuatore unico del Contratto di Sviluppo che consentirà di mettere in sicurezza le risorse a disposizione del piano di recupero, 70 milioni di euro.

Il progetto di recupero e messa in sicurezza di Santo Stefano è orientato alla sostenibilità. L’isolotto non è mai stato abitato, attualmente non c’è acqua, non c’è luce, non c’è approdo: ci sono una serie di difficoltà e di vincoli e gran parte dei lavori saranno per infrastrutturare l’isola. Sarà anche preservato e valorizzato il legame con Ventotene così che l’ex carcere e l’isola vengano a costituire un centro museale, conservando l’impronta naturalistica e ambientale.

La prima fase del progetto non riguarderà solo la messa in sicurezza, ma coinvolgerà tutto il corpo del carcere, anche i torrioni dell’800 e i sentieri. Previsto anche il restauro conservativo della gendarmeria del carcere, così da avere un luogo per la direzione lavori, e aree di restauro per laboratori didattici in loco durante i lavori.

Soddisfatto per questa ripartenza il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, che più volte negli ultimi mesi aveva richiamato l’attenzione sul recupero della struttura. “Come Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio – ha detto Anastasia – mi considero anche custode della memoria delle persone che sono state detenute nelle carceri della regione. Già in passato avevo chiesto al Capo di Gabinetto del Presidente Zingaretti di fare tutto quanto nelle possibilità della Regione per il recupero di un luogo di inestimabile valore architettonico e culturale. Spero che ora, grazie all’impegno della Commissaria del Governo Silvia Costa, possa finalmente diventare operativo il progetto di recupero del carcere di Santo Stefano, augurandomi che ne possa essere valorizzata la funzione di memoria delle sofferenze umane che vi furono consumate”.