La Conferenza dei Garanti denuncia: “Minori a rischio, carceri minorili sovraffollate”

Il Portavoce, Ciambriello: “Lancio un appello alla politica, alle Regioni e al terzo settore!”
Samuele Ciambriello, Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà.

“Gli Istituti penali per i minorenni sono stati al centro dell’attenzione mediatica per rivolte e disordini, a partire dalla notizia dei presunti pestaggi e torture da parte degli agenti penitenziari dell’Ipm Beccaria di Milano, passando dalle evasioni avvenute nell’Ipm Malaspina di Palermo e nell’Ipm Fornelli di Bari. L’ultima notizia sconcertante arriva invece dall’Ipm di Nisida, dove è stato denunciato un agente di polizia penitenziaria per presunti abusi sessuali a danno di un minore”. E’ quanto si legge in una nota della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà .

“Ancora – prosegue la nota-, è stato al centro dell’attenzione il trasferimento in una sezione del carcere Dozza di Bologna di giovani adulti provenienti da tutta Italia. Ad oggi sono presenti soltanto 28 giovani adulti. È prevista l’apertura di tre nuovi istituti penali minorili: l’Aquila, Lecce e Rovigo. Tuttavia, soltanto da fine settembre sarà possibile trasferire detenuti nell’IPM dell’Aquila.
La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha aderito e firmato l’appello ‘La giustizia minorile è in crisi. Le associazioni lanciano un appello urgente: torni la cultura educativa’, sulla giustizia minorile che in Italia sta vivendo una fase di regressione drammatica. L’appello è stato lanciato dall’Associazione Antigone. Dal 2022 a oggi, il numero di giovani detenuti negli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) è aumentato del 55%, passando da 392 a 611 presenze. Un’impennata dovuta in larga parte al cosiddetto Decreto Caivano che, entrato in vigore nel settembre 2023, ha ampliato la possibilità di custodia cautelare per i minorenni e ridotto l’utilizzo delle misure alternative al carcere”.

Il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, nonché Portavoce della Conferenza dei Garanti delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello, ha dichiarato: “In Italia stiamo rinnegando esperienze, principi pedagogici, trattamentali, che prima del Decreto Caivano erano all’avanguardia negli Istituti penali per i minorenni rispetto al resto d’Europa. Bisogna tornare alla cultura educativa e dell’accudimento. In considerazione del fatto che buona parte dei detenuti minori sono stranieri, è necessario mettere in campo programmi di mediazione culturale e di inclusione sociale che siano innovativi, inserendo nuove figure sociali, di ascolto, nuovi educatori e mediatori linguistici; innovazioni che devono partire dalle Direzioni delle carceri e dal Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità”.

Il Portavoce Ciambriello lancia dunque un appello alla politica, alle Regioni e al terzo settore: “Credo che sia giunto il momento che la politica, ai vari livelli, metta in campo assunzioni di educatori e di assistenti adeguatamente formati. Anche il personale di custodia degli agenti di polizia penitenziaria e quello socio sanitario, deve ricevere una formazione professionale che abbia ad oggetto i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, in considerazione della loro vulnerabilità e potenzialità, con particolare riguardo ai minori stranieri, che spesso non hanno familiari su cui poter contare. Bisogna intervenire ora, perché soprattutto nel periodo estivo, sono tanti i detenuti minori che si trovano a vivere il tempo vuoto della detenzione, senza svolgere attività trattamentali e scolastiche. Vorrei lanciare un appello a tutte le Regioni, affinché possano aumentare l’offerta di formazione professionale e scolastica nei circuiti minorili, alla società civile affinché possa essere potenziato il sostegno per evitare l’ingresso dei minori in carcere, al terzo settore affinché ci siano comunità che possano ospitare i ragazzi in misura alternativa, evitando l’ingresso in Istituto penale. Liberare i minori per renderli adulti responsabili”.

In Italia i minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi della Giustizia Minorile presenti nei Servizi residenziali, riferiti alla data del 15 giugno 2025 sono 1.809 di cui 1.710 maschi e 99 femmine; quelli in carico agli Uffici di servizio sociale (anche in carico agli USSM) sono 15.974 di cui 14.556 maschi e 1.418 femmine.
Gli ingressi e presenze nelle Comunità private nell’anno 2025 sono 1.197 in Italia.
I dati riportano un numero di ingressi e presenze negli Istituti penali per i minorenni presenti al 15 giugno 2025, in Italia di 586 giovani nei 17 istituti per minori.