Ho sbagliato per poter portare il pane a casa

Mi chiamo Antonio G.,

sono nato a Priverno, in provincia di Latina. Ho 45 anni, ho una bellissima compagna e sarà la mia futura moglie. Ho tre meravigliosi figli di nome Daniele, Francesco e Sole.
Sono rinchiuso tra queste mura dal 7 settembre 2023. Sono stato detenuto nel carcere di Latina per circa due mesi e poi mi hanno trasferito qui a Velletri. Sono in stanza (cella) con tre bravissime persone con le quali vado tanto d’accordo e nonostante la situazione cerchiamo di sdrammatizzare la nostra carcerazione con battute, facendo passare il tempo nel migliore dei modi anche insieme al nostro vecchietto zio Francesco che ci tratta come figli: ogni volta che ci vede giù è sempre lì presente a darci sani consigli.

Io vengo da una famiglia che non è stata molto unita da quando sono piccolo. Abbiamo avuto gravi problemi economici perché mio padre se n’è sempre fregato di tutti noi e ha commesso molti errori. Crescendo, ho sempre cercato di rimediare e per non vedere mia madre soffrire ho sbagliato anche io per poter portare il pane a casa. Adesso mi ritrovo dietro queste sbarre, lasciando i miei amori lì fuori che stanno soffrendo. Ringrazio Dio per avermi dato loro perché mi sono vicini.

Grazie a loro ho trovato la famiglia che non ho mai avuto.

Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 3 – maggio 2025, scaricabile da Voci di ballatoio n.3

I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.