Il Garante in visita nell’Istituto Penale Minorile

Erano 70 ieri i ragazzi e le ragazze ospiti dell’Istituto penale per minori di Roma, a Casal del Marmo. Li ha potuti incontrare il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa, in occasione della sua prima visita all’Istituto. In prevalenza maschi (49), tra i ragazzi la maggioranza è costituita dai “giovani adulti” che, per legge, sono ospitati nel circuito minorile fino al venticinquesimo anno di età, se il reato per cui sono stati arrestati è stato commesso prima dei diciotto anni. Quasi tutte minorenni, invece, le 21 ragazze detenute.

“Nel complesso l’Istituto di Casal del Marmo è certamente funzionale al miglior trattamento possibile dei ragazzi e delle ragazze detenute – commenta il Garante. I tre plessi detentivi attivi sono di dimensioni contenute, circondati da aree verdi e con camere detentive non sovraffolate e con il bagno annesso. L’assistenza sanitaria è garantita efficacemente dal presidio Asl e dalla recente convenzione con il vicino ospedale San Filippo Neri. Non mancano le strutture dedicate alle attività di istruzione, di formazione e sportive, a partire da un ottimo campo da calciotto, anche se la palestra coperta ha bisogno di qualche manutenzione, mentre il nuovo campo esterno di pallacanestro è ancora inagibile per un difetto nella realizzazione della pavimentazione.

Qualche criticità, rilevata dallo stesso Comandante della Polizia penitenziaria che ci ha accompagnato nella visita, è nello spazio per l’aria del plesso dei maschi maggiorenni, unico con un fondo d’asfalto, che però è destinato a essere ristrutturato, quando sarà agibile il quarto plesso, al momento chiuso. Andrebbero poi adeguati i servizi igienici dei plessi maschili, la cui cura non può essere affidata all’encomiabile impegno di volontari esterni e di alcuni ospiti dell’istituto che anche ieri si dedicavano alla ritinteggiatura degli ambienti detentivi.

L’innalzamento dell’età media degli ospiti, a seguito dell’estensione della qualifica dei “giovani adulti” fino ai venticinque anni (prima arrivava fino a ventuno) impone qualche sforzo ulteriore nell’offerta di istruzione e formazione di cui la direzione dell’Istituto è consapevole e a cui spero che la Regione, gli altri enti territoriali e le altre amministrazioni dello Stato (insieme con la società civile già attiva nell’Istituto) possano utilmente concorrere”.