Il numero di suicidi è impressionante, serve agire con pragmatismo

Intervista di Sibilla Bertollini*

Anastasia, “cifre allarmanti che nascondono la mancanza di prospettiva di reinserimento”

Roma, 10 set. (Adnkronos) – “Al di là delle impennate o decelerazioni durante l’anno, il dato dei suicidi in carcere resta comunque davvero impressionante, tanto più quando avvengono uno dietro l’altro come nell’ultimo fine settimana”.

Stefano Anastasia, Garante dei detenuti della Regione Lazio, interpellato dall’Adnkronos, interviene sul drammatico trend del 2025 con un fine settimana funestato da altri tre suicidi (due a Rebibbia e uno a Sollicciano) che portano a 61 il numero di persone detenute che si sono tolte la vita nelle carceri italiane.

“Una successione continua, senza contare i tanti casi di suicidi sventati grazie agli interventi di prossimità: i compagni di cella o gli agenti. Numeri allarmanti che dietro nascondono la mancanza di prospettiva di reinserimento, una possibilità di futuro che secondo la nostra Costituzione la pena dovrebbe dare”, aggiunge Anastasia.

“In questa situazione, chiaramente, pesa il sovraffollamento – prosegue il Garante – Ma non ci si toglie la vita per la sofferenza di essere tanti in cella; il problema non è tanto una questione di spazio, quanto di riduzione delle risorse umane e dell’attenzione nei confronti delle singole persone”. Nel carcere femminile di Rebibbia, per esempio, il tasso di affollamento è del 150%, con 377 detenute presenti, a fronte di 251 posti effettivamente disponibili, “questo significa minore capacità di attenzione e di sostegno da parte degli operatori penitenziari e sanitari, perché il personale è misurato su una certa capienza, non per gestire il doppio dei detenuti”, spiega Anastasia, a giudizio del quale serve agire pragmaticamente e investire di più su percorsi di reinserimento (tra formazione e lavoro), “specie per chi deve scontare pene lunghe”. Mentre “per tutti gli altri si deve puntare alle pene alternative dando risorse agli Enti locali per aiutare le persone agli arresti domiciliari senza casa”.

“I piani di prevenzione del rischio suicidario con le modalità operative sia a livello nazionale, sia regionale, che nei singoli istituti, già ci sono ma perché funzionino occorre che i servizi non siano sovraccarichi”, afferma Anastasia parlando anche in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. “Serve essere pragmatici. Non c’è alcuna ragione ideologica dietro la necessità di ridurre le presenze in carcere. Questione – dice riferendosi ai legislatori – che si può affrontare incentivando e investendo sulle misure alternative alla detenzione, aiutando Enti locali e Terzo Settore in grado di accogliere le persone che escono dal carcere. Il Piano carceri è un intervento ‘di là da venire’, noi siamo in un’emergenza cui bisogna dare risposte oggi. Anzi serviva darle ieri”. Il suicidio di sabato a Rebibbia è il settimo nel Lazio, al pari dello scorso anno. Si sono verificati: quattro a Rebibbia, due a Frosinone e uno a Regina Coeli. Lo scorso anno i suicidi in tutta Italia sono stati 91, di cui 7 nel Lazio.

*Lancio dell’agenzia AdnKronos del 10 settembre 2025, ore 17,50: “CARCERI: GARANTE LAZIO, ‘NUMERO SUICIDI IMPRESSIONANTE, SERVE AGIRE CON PRAGMATISMO”.