Il teatro delle Donne del Muro Alto compie dieci anni

Per l'occasione, va in scena la storia di Olympe de Gouges, paladina dei diritti delle donne durante la Rivoluzione francese, finita in carcere e poi messa a morte con la ghigliottina
Olympe
Olympe in scena.

Le Donne del Muro Alto, progetto teatrale nato nel 2013 da un’idea della regista Francesca Tricarico, con lo scopo di portare il teatro nelle carceri, compie quest’anno dieci anni. E in occasione del decennale, la compagnia mette in scena una nuova rappresentazione dello spettacolo Olympe de Gouges, tratto dal romanzo La donna che visse per un sogno di Maria Rosa Cutrufelli.

Parigi, tre donne in una cella della Conciergerie parlano di quanto sta accadendo fuori, durante la Rivoluzione francese, in pieno regime del Terrore. Commentano le informazioni che riescono a carpire dalle conversazioni delle guardie. In un’altra cella, in isolamento, c’è Olympe de Gouges, drammaturga e attivista, alla vigilia della sua condanna a morte per decapitazione. Sono le attrici ex detenute della compagnia Le Donne del Muro Alto a riportarci in quei luoghi ristretti e in quei momenti drammatici di 230 anni fa.

L’anteprima di “Olympe” è andata in scena domenica 22 ottobre all’Auditorium del MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, in occasione della Festa del Cinema di Roma. Il 9 e il 10 novembre le Donne del Muro Alto torneranno sul palco al Teatro India alle 21,00. Lo spettacolo sarà preceduto in entrambi i giorni da diversi incontri cui parteciperanno istituzioni e personaggi del mondo della società civile, che ricorderanno i dieci anni di attività dentro e fuori le mura detentive e metteranno l’accento sulla cultura come strumento di emancipazione.

La regista teatrale Francesca Tricarico al Maxxi, per l'anteprima di "Olympe".

La regista teatrale Francesca Tricarico al Maxxi, per l’anteprima di “Olympe”.

Olympe nasce da un primo studio fatto nel 2015 all’interno del carcere Femminile di Rebibbia e racconta gli ultimi mesi di vita di Olympe de Gouges (1748 –1793), che dedicò la sua vita e le sue opere ai diritti delle donne, ma anche dei neri, degli orfani, degli anziani, dei disoccupati, dei poveri. Nel settembre del 1791 Olympe pubblicò la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, un documento giuridico sul modello della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789.  Il racconto dei giorni trascorsi in carcere fino al processo, che si conclude con l’esecuzione alla ghigliottina della protagonista, vuole essere un invito a riflettere sui pericoli della censura, della negazione della libertà individuale e sull’importanza della cultura come arma di difesa contro le ingiustizie sociali.

“Sono passati più di dieci anni da quel primo ingresso nel carcere femminile di Rebibbia – ricorda l’ideatrice del progetto, Francesca Tricarico – “dieci anni esatti dalla nascita de Le Donne del Muro Alto, un progetto che fin da subito ho capito non poteva e non doveva terminare lì nonostante tutto sembrasse dire il contrario, dalla difficoltà del luogo alla continua estenuante ricerca dei fondi. Quanto quel luogo mi raccontava allora e oggi ci racconta della società in cui viviamo? Un’opportunità prima ancora che per le donne recluse, per tutti noi “società civile” di comprendere dove siamo, dove stiamo andando grazie alla grande lente di ingrandimento del carcere sull’uomo e la società. Una società dove le donne più degli uomini pagano lo stigma sociale della detenzione, “dell’errore”. In questi dieci anni la realtà de Le Donne del Muro Alto è cresciuta, sia all’interno che all’esterno delle mura carcerarie, divenendo un vero e proprio percorso di accompagnamento al ritorno nella società civile. Oggi – conclude la regista -, per le donne coinvolte, il progetto rappresenta sempre più una concreta possibilità di formazione oltre che un’occasione lavorativa regolarmente retribuita, un prezioso strumento di inclusione sociale”.

L’associazione Per Ananke nasce nel 2007, fin dalla sua costituzione, si occupa di teatro, in particolare teatro sociale, lavorando nelle carceri, centri per la salute mentale, scuole di ogni ordine e grado, università. Dal 2013 l’attività teatrale all’interno degli istituti di pena diventa l’attività principale dell’associazione con la nascita del progetto Le Donne del Muro Alto, prima nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia, portato in seguito nella Casa Circondariale femminile di Latina e la Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso e oggi anche all’esterno con donne ammesse alle misure alternative alla detenzione ed ex detenute.

Giovedì 9 – venerdì 10 novembre – Teatro India – ore 20 .00
Incontro “La cultura come strumento di emancipazione” e a seguire la rappresentazione dell’Olympe de Gouges
Prenotazioni a: infoledonnedelmuroalto@gmail.com