Mi chiamo Manolo P.,
ho ventotto anni. Come da sette mesi a questa parte sto vivendo un capitolo che mai avrei immaginato, qui nella Casa Circondariale di Velletri. Ho intrapreso un percorso che mi sta
cambiando molto, alcune cose stanno cambiando anche in positivo perché alla fine, con la privazione della libertà e degli affetti, capisci cosa ti manca davvero per essere felice.
Puoi riscoprire le emozioni di poter scrivere una lettera a mano, la cura dei dettagli che fino a quel momento non hai mai avuto perché quel colloquio deve essere perfetto, hai solo un’ora
per stare bene.
Insomma, nonostante la sofferenza e tutte le difficoltà, la galera ti cambia, se in meglio o in peggio, dipende da te e da come la affronti. La mia famiglia è composta dalle mie due sorelle
e i miei genitori. Ho sempre cercato di prendermi cura di loro, lavorando sempre e sopperendo a tutte le mancanze economiche dovute alle difficoltà.
Tutto ciò mi ha portato a caricarmi di troppe responsabilità, fino a commettere una scelta che mi ha portato qui. Con la mia famiglia ho mantenuto i rapporti, vengono ai colloqui e mi sono vicini.
Per fortuna anche la mia compagna è rimasta al mio fianco, in modo da affrontare questo percorso insieme.
Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 4 – maggio 2025, scaricabile da qui: Voci di ballatoio n.4
I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.