Non augurerei la detenzione nemmeno al mio peggior nemico

 

di Simone Z.*

Sono detenuto nel carcere di Velletri da un anno e sette mesi. Non augurerei la detenzione nemmeno al mio peggior nemico; gli errori si pagano e la cosa più difficile è riuscire a far passare le giornate. Io ci provo con la scuola e i corsi, ma come capita a tutte le persone qui dentro ci sono momenti di depressione e difficoltà.

La vita in comune e il dover necessariamente abbandonare le proprie abitudini rappresentano un fattore a volte destabilizzante; si prova a convivere nel modo migliore possibile e per me, riuscire a fare questo, significa anche mettermi a disposizione dei miei compagni di cella preparando del cibo, visto che ho fatto il cuoco quando ero in libertà.

Riesco a rivivere un’emozione dentro solo quando ho la possibilità di un colloquio visivo (o tramite Skype) con un familiare o con la donna che amo. Quei momenti mi mettono davanti alla consapevolezza di non voler più perdere quegli affetti e il tempo da trascorrere con loro. Contattare le persone che ami è una possibilità per uscire mentalmente da queste mura per il tempo di un colloquio ed è comunque una fortuna.

In carcere, ogni giorno è sempre lo stesso giorno. So che in molti hanno un’idea distorta del carcere: pensano che i detenuti stanno rinchiusi tutto il giorno a non fare niente, a mangiare e a bere a spese di chi paga le tasse. Ma se questo è un lusso, posso garantire che tutti qui dentro ne farebbero volentieri a meno.

La vita in carcere è dura sotto tanti punti di vista: la distanza dagli affetti, per molti la mancanza di denaro (una condizione che non consente di acquistare prodotti per vivere in cella), la monotonia che alla lunga ti mette in ginocchio. Spero che questo giornale possa essere letto dai più giovani, per dare loro l’idea di che cosa è questa realtà, capire che dentro un carcere ci sono esseri umani, e che finire qui dentro non è per niente un vanto. Il vero valore è avere la testa sulle spalle, scegliere il meglio per sé stessi e godere del dono della libertà. Non c’è cosa più bella e importante nella vita.

Articolo pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 2 – febbraio 2025, con il titolo “Il dono della libertà”, scaricabile da qui.

I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.