Quando la Rsa diventa una prigione

Daniela De Robert, componente del collegio del Garante nazionale, al convegno Agorà Alzheimer: "La sfida è sempre quella: il sostegno all'autonomia e all'autodeterminazione della persona"
La componente del collegio del Garante nazionale, De Robert
La componente del collegio del Garante nazionale, Daniela De Robert.

Il ruolo dei Garanti delle persone private della libertà nel monitoraggio delle possibili criticità nelle residenze socioassistenziali (Rsa) è stato portato all’attenzione dei partecipanti al convegno “Agorà Alzheimer” da Daniela De Robert, membro del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Al convegno, che si è svolto mercoledì 20 settembre a Roma, alla vigilia della trentesima giornata mondiale dell’Alzheimer, sono intervenuti anche l’assessore ai Servizi sociali, disabilità, Terzo settore, servizi alla persona della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, il quale ha annunciato l’imminente presentazione di una proposta di legge regionale a sostegno dei caregiver, e l’assessora alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale, Barbara Funari.

La presidente dell’associazione Sos Alzheimer che ha organizzato il convegno, Maria Grazia Giordano, ha ricordato che l’autorità nazionale di garanzia, composta da Daniela De Robert, Emila Rossi e da Mauro Palma che la presiede, è intervenuta nel caso Carlo Gilardi, noto al grande pubblico soprattutto per i diversi servizi del programma di Italia1 Le iene, vale a dire il caso di un professore ultranovantenne rinchiuso contro la sua volontà in una Rsa del Nord Italia.

De Robert  ha subito puntualizzato che il monitoraggio delle strutture residenziali rivolte alle persone anziane e alle persone con disabilità rientra pienamente nel mandato di un’autorità garante che si occupa di privazione della libertà personale.

“L’emergenza pandemica – ha spiegato De Robert – ha messo in evidenza come talvolta queste strutture residenziali racchiudano quella caratteristica falsamente rassicurante del concetto di totalità, un concetto tipico delle istituzioni chiuse, per cui l’istituzione attraverso i suoi operatori provvede alla gestione totale del tempo, dello spazio, dei movimenti, della quotidianità intera. E’ in questa prospettiva che il Garante ha quindi rivolto la sua attenzione, all’interno di queste strutture dove a volte le persone anziane e le persone con disabilità rimangono per periodi indefiniti che vanno anche oltre le previsioni iniziali e oltre la volontà espressa all’inizio o espressa in seguito”.

“In questo – ha proseguito De Robert – il Garante è chiamato a monitorare: la sfida è sempre quella del sostegno all’autonomia, cioè a valorizzare sempre quel margine anche limitato, anche apparentemente residuale, di autodeterminazione che però costituisce il germe del riconoscimento del diritto di ogni persona. L’area della residenzialità protetta a volte sconfina e assume di fatto una dimensione privativa della libertà personale, soprattutto per quelle persone che non hanno figure di accudimento da loro riconoscibili. Allora può accadere che una figura di sostegno agisca non a sostegno ma in sostituzione della persona da tutelare, prendendo decisioni che non tengono conto in nessun modo della volontà della persona stessa”.

Il caso del professor Carlo Gilardi

De Robert ha poi parlato del ruolo svolto dal Garante nazionale nel noto caso Gilardi, costato all’Italia una censura da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il professor Carlo Gilardi

Il professor Carlo Gilardi

“Il caso del professor Carlo Gilardi – ha riferito De Robert – è veramente un caso di scuola per noi che abbiamo seguito con molta attenzione. Purtroppo, continuiamo a seguire casi di altre persone in quella stessa situazione. La sua vicenda contiene un po’ tutte le variabili di privazione della libertà di fatto di una persona anziana con degli elementi di vulnerabilità, ma ancora capace di decidere e tuttavia privato della possibilità di decidere della propria vita e della propria quotidianità.  A novant’anni quest’uomo è stato ricoverato contro la sua volontà in una Rsa, privato della possibilità di avere contatti con l’esterno, di ricevere visite. E’ stato portato via con la forza dalla propria abitazione, per evitare, secondo l’amministratore di sostegno, che le persone che frequentavano la sua casa potessero aggredire il suo patrimonio. Con questa motivazione è stato allontanato dalla sua casa, ricoverato coattivamente in una residenza assistenziale, isolato dai suoi affetti e dalla sua quotidianità. Dall’ottobre 2020 per oltre due anni le uniche visite che ha potuto ricevere il signor Gilardi sono state quelle del Garante nazionale, perché al Garante nazionale non può essere impedito l’accesso ai luoghi di privazione della libertà. Abbiamo parlato con tutti gli interlocutori, abbiamo scritto alcuni rapporti”.

La Corte europea dei diritti dell’uomo censura l’Italia

Nel luglio 2023, l’Italia è stata censurata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza che ha riconosciuto la violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che tutela il diritto al rispetto della vita privata e che ha affermato che l’ingerenza finalizzata a tutelare il benessere della persona in questo caso non era né proporzionata né commisurata alla situazione individuale. “E’ una sentenza importante – ha rimarcato De Robert – che in gran parte si basa anche sui rapporti e sul lavoro fatto dal Garante nazionale. Parliamo quindi di una persona capace di badare a se stessa, in teoria capace di autodeterminarsi”.

I Garanti per la tutela dei diritti delle persone affette da demenza

“Per la persona affetta da demenza – ha evidenziato De Robert – l’esposizione al rischio di un’ingerenza sbilanciata è maggiore. E’ una situazione complessa che richiede una pluralità di sguardi: quello medico, quello assistenziale, quello giuridico, quello degli affetti e quello rivolto alla tutela dei diritti delle persone affette da demenza, perché la tutela della vita non può mai essere esclusivamente il diritto alla tutela della mera vita biologica. Il ministero della Salute ha riconosciuto l’impegno, l’azione e la necessità che anche il Garante nazionale fosse parte del tavolo permanente sulle demenze. Il Garante ha un’unità salute che si occupa anche delle questioni che riguardano le strutture residenziali per persone fragili per persone anziane, per persone con disabilità che lavora molto. Purtroppo – ha concluso De Robert -, sono molte anche le segnalazioni che arrivano al Garante. Continueremo con il nostro lavoro di visita, con il nostro lavoro di raccomandazione, con le istituzioni, in questo caso anche con il tavolo permanente sulle demenze”.

Anche il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio ha competenza sulle Rsa, limitata alle persone in stato di interdizione legale, a seguito delle modifiche alla legge istitutiva (legge regionale 31/2003, “Istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”) introdotte con la legge 19/2022.

Un momento del convegno Agorà Alzheimer nella biblioteca della Camera dei deputati a Palazzo San Macuto

Un momento del convegno Agorà Alzheimer nella biblioteca della Camera dei deputati a Palazzo San Macuto.