Sanita’ penitenziaria, Asl Rm4 attiva screening oncologico per detenuti Civitavecchia

A partire dal prossimo mese di giugno i detenuti delle Case circondariali di Civitavecchia avranno la possibilità di partecipare a uno specifico programma di screening oncologico attivato dalla Asl Rm4.

medico Si tratta della prima volta che un’azienda sanitaria del Lazio mette in atto una simile iniziativa, prevendo appositi percorsi di prevenzione e diagnosi precoce destinati alla popolazione carceraria. L’iniziativa è stata proposta dal direttore generale della Asl Rm4 Giuseppe Quintavalle e concordata in sede di Tavolo permanente sull’organizzazione sanitaria negli istituti penitenziari di Civitavecchia. Il primo screening riguarderà il tumore alla mammella, saranno poi attivati anche percorsi di prevenzione e diagnosi per il tumore del collo dell’utero e il tumore del colon retto.
“Il tema dell’accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari da parte delle persone in regime di privazione della libertà personale è particolarmente complesso – commenta il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasia – perché pone la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza con il diritto alla salute. Il progetto di screening oncologico avviato dalla Asl Rm4 rappresenta un importante passo in avanti nel cammino verso una reale equivalenza tra la popolazione libera e la popolazione carceraria, un passaggio fondamentale nel processo di attuazione concreta della riforma del 2008 che ha trasferito al servizio sanitario le funzioni di cura e presa in carico delle persone detenute. Estendere anche ai detenuti la possibilità di usufruire dei programmi di prevenzione e diagnosi precoce, includendo la popolazione carceraria nel programma di interventi pianificato dall’Azienda sanitaria, quindi, realizza in pieno il principio dell’equità di accesso alle prestazioni e alla fruizione dei servizi pur nella condizione di diversità che è rappresentata dalla detenzione. L’auspicio – conclude il Garante – è che l’iniziativa venga ripetuta anche da altre Asl della regione, per dare la possibilità a un numero sempre più elevato di detenuti di partecipare a simili programmi di prevenzione e diagnosi precoce”.