
“Il Consiglio comunale ha ascoltato, ha dato voce, ha accolto proposte e voterà giovedì un atto per mettere risorse sulle tante idee che sono venute fuori dal percorso che abbiamo fatto insieme. Tutti gli atti sono stati votati all’unanimità, e non è cosa da poco. È stato importante, bello, emozionante”. Così in un post su Facebook Valentina Calderone, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, al termine della seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata alla condizione degli istituti penitenziari romani che si è svolta martedì 23 settembre nel teatro della Casa circondariale di Rebibbia.
L’evento, che segue quello del 2002 tenutosi durante il mandato del sindaco Walter Veltroni, ha visto la partecipazione del sindaco Roberto Gualtieri, e di due ex primi cittadini: Virginia Raggi, tra i 39 componenti dell’assemblea capitolina che hanno partecipato alla seduta, e Gianni Alemanno, attualmente detenuto a Rebibbia, il quale è intervenuto per presentare uno dei sette ordini del giorno che sono stati poi approvati all’unanimità, quello relativo alla creazione di orti urbani all’interno del carcere.

L’intervento della direttrice dell’istituto, Maria Donata Iannantuono (Foto di C. Valletti, Roma Capitale).
Ad accogliere l’Assemblea capitolina la direttrice reggente dell’istituto, Maria Donata Iannantuono, e la comandante della polizia penitenziaria, Sarah Brunetti. Tra le autorità che hanno seguito i lavori, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, l’Abruzzo, il Molise, Giacinto Siciliano, il coadiutore del Garante regionale delle persone detenute del Lazio Sandro Compagnoni, insieme a rappresentanti del mondo giudiziario, dell’avvocatura, oltre ad alcuni gruppi di donne e uomini in stato di detenzione. Sono intervenuti anche il presidente della Camera penale di Roma, Giuseppe Belcastro, e la presidente del Tribunale di sorveglianza, Marina Finiti.
In apertura della seduta, la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli, ha sottolineato che la seduta rappresenta “un atto di responsabilità istituzionale e di presenza” e ha ricordato che Roma Capitale “è stata la prima città in Italia a istituire la figura del Garante delle persone private della libertà personale, un segnale forte di attenzione verso i diritti e la dignità di chi vive la realtà del carcere”.
Il sindaco Gualtieri ha evidenziato le azioni già intraprese da Roma Capitale per migliorare la quotidianità all’interno degli istituti: corsi di formazione professionale, installazione di compostiere con AMA, protocolli sui servizi sociali e bibliotecari, attività del segretariato sociale e progetti di lavori di pubblica utilità per il Giubileo. Tra i gesti più recenti, anche la fornitura di ventilatori e la distribuzione di kit essenziali per chi entra o esce dal carcere.
L’intervento della Garante di Roma Capitale
Nel suo intervento, la Garante delle persone detenute di Roma Capitale, Valentina Calderone, ha ribadito l’importanza di dare voce ai diritti delle persone detenute, di promuovere percorsi di reinserimento e ha ricordato il numero di suicidi in carcere in Italia da inizio anno, “sono 61 e gli ultimi due si sono verificati proprio qui a Rebibbia, Daniela e Flavio”.

Da sinistra: Celli, Gualtieri, Calderone.
Calderone si è detta convinta che l’amministrazione capitolina continuerà a lavorare con assessorati e dipartimenti per avvicinare servizi e persone detenute, abbattendo “muri” mentali che ostacolano l’inclusione. Ammette imbarazzo nel non poter risolvere subito i problemi, ma rilancia l’impegno costante suo e dell’amministrazione capitolina per far sì che la voce della popolazione detenuta sia ascoltata e sostenuta, e che si lavori per diritti e opportunità. Calderone sostiene la necessità di provvedimenti deflattivi (indulto/amnistia) come unica soluzione per superare un’emergenza strutturale, e critica chi li rifiuta attribuendogli la “resa dello Stato”.
“Non cambieremo tutto questo da un giorno all’altro – ha concluso Calderone -, non sono qui a promettere che dopo oggi le cose saranno radicalmente diverse. Posso promettervi però il mio e il nostro impegno costante, vi prometto che la nostra voce si unirà alla vostra e non si stancherà mai di amplificare e sostenere le vostre istanze e la vostra rivendicazione di diritti e opportunità. Vi prometto che non ci arrenderemo. Non abbiamo dubbi rispetto a ciò che è giusto, essere qui oggi è la cosa giusta. Noi vi vediamo, vi ascoltiamo, siamo al vostro fianco, e faremo tutto il possibile per continuare a dimostrarvelo”.
Gli ordini del giorno condivisi con detenute e detenuti

L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno illustra l’ordine del giorno sugli orti urbani da realizzarsi in carcere. (Foto di C. Valletti, Roma Capitale).
Nel corso della seduta sono stati presentati e approvati all’unanimità dei consiglieri e consigliere presenti sei ordini del giorno, frutto di sei incontri con le persone detenute negli istituti maschile e femminile di Rebibbia. Da questo percorso sono nati sei ordini del giorno, ognuno presentato all’assemblea da consiglieri e persone detenute, con proposte condivise sui seguenti temi: orti urbani, potenziamento dei collegamenti dei servizi, salute, formazione e lavoro, sport, inclusione sociale. A questi se n’è aggiunto un settimo che punta a considerare gli istituti penitenziari romani come un vero e proprio sedicesimo municipio della città e che sia estesa agli amministratori locali la prerogativa di visitare gli istituti penitenziari con più facilità.

Foto di gruppo, al termine dell’Assemblea capitolina nel carcere di Rebibbia.