La presentazione del numero 8 del notiziario “Non tutti sanno”

Il Garante Anastasìa ha partecipato all'incontro per il nuovo numero del notiziario della Casa di Reclusione di Rebibbia
Il coordinatore del notiziario, Monteforte, e il Garante Anastasìa, durante la presentazione nel Seminterrato.

Si è svolta lunedì 24 novembre 2025, presso Il Seminterrato di Via Siena 2, a Roma, la presentazione del numero 8 del notiziario “Non tutti sanno”, un’uscita speciale, dedicata al recente monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla dignità della detenzione.

All’incontro – promosso dall’Associazione Laura Lombardo Radice e introdotto dal presidente Mattia Ciampicacigli – sono intervenuti Stefano Anastasia, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, la giornalista Maria Corbi e Roberto Monteforte, coordinatore della rivista.

Il coordinatore della redazione del notiziario Non Tutti Sanno, il giornalista professionista Roberto Monteforte, spiegando perché il numero  della rivista è stato dedicato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza dei suoi moniti al governo e alle istituzioni, perché alle persone private della libertà siano sempre garantiti i diritti fissati dalla Costituzione a partire dalla dignità della persona, alla salute e alle cure, all’affettività e al lavoro, assumendo misure adeguate per superare il sovraffollamento e la fermare piaga dei suicidi nelle carceri . «Non più un’emergenza ma una condizione strutturale che viola la Costituzione», le parole del Capo dello Stato. «Chi sconta la pena ha diritto a condizioni di vita dignitose e a reali opportunità di rientro nella società».

Monteforte, che ha offerto una panoramica sulla vita “ristretta” e sull’attività della redazione di Non Tutti Sanno all’interno della Cr Rebibbia, ha quindi sottolineato come gli appelli del Capo dello Stato siano rimasti in gran parte inascoltati: «Il governo continua con la politica degli annunci. Mentre gli annunci non costano, il prezzo che pagano le persone in carcere è altissimo». La voce di Mattarella come quella di papa Francesco restano per il giornalista un riferimento importante per chi non si rassegna alle logiche securitarie che si vogliono imporre alla popolazione detenuta, al volontariato e agli stessi operatori penitenziari, alimentando tensione e insicurezza.