La memoria del dolore e della libertà perduta
di Emanuel M.
Siamo chiusi in questa prigione per errori commessi anni fa. La lentezza delle istituzioni ci costringe a pagare per quegli sbagli molto tempo dopo, quando ormai una parte di noi è cambiata. Ci ritroviamo a scontare una pena che non ci aspettavamo più, nonostante molti di noi abbiano già imparato dai propri errori e abbiano cambiato vita. Ma tutto questo sembra non
contare per nessuno, e proprio lì il mondo ti crolla addosso. Ti mette nuovamente alla prova.
Ma questa prova è più dura di quanto sembri. Perché nel frattempo, c’è chi ha messo su famiglia, chi ha costruito una propria attività, chi si è rifatto una vita. Eppure, eccoci qui: detenuti, di nuovo. A volte ci mettiamo alla finestra a guardare il cielo, ma anche il cielo, da qui, non è più lo stesso. Tra le sbarre e le retine metalliche, il cielo appare a scacchi. Non vediamo l’ora che tutto questo finisca, per poter riprendere in mano le nostre vite, sperando che non sia troppo tardi.
Si dice che il cervello umano tenda a cancellare i ricordi più brutti e traumatici, come forma di protezione. Così finiamo per dimenticare ciò che ci ha fatto soffrire, anche nel percorso carcerario.
Ad esempio: il non avere più privacy, il non poter decidere nemmeno che programma televisivo guardare – per rispetto dei compagni di cella – e dover rinunciare a tutte le abitudini che avevamo da persone libere. Eppure, io credo che queste cose non andrebbero dimenticate. Ricordarle serve a non commettere più gli stessi errori. Perché sbagliare, significa rivivere tutto questo. Ci chiediamo spesso com’è fatto il Paradiso. Io penso di aver trovato una risposta: Il Paradiso è ciò che abbiamo sotto i piedi, fuori di qui. Il Paradiso è la libertà. È vedere un ruscello che scorre. È potersi sdraiare su un prato e ascoltare i sussurri della natura. È staccare un frutto da un albero e mangiarlo, sentendosi parte del mondo. Nel Paradiso ci viviamo – è la nostra libertà. Bisogna solo saperla apprendere e apprezzare.
Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 4 –agosto 2025, scaricabile da qui: Voci di ballatoio n.4
I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.