E’ all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale del Lazio di giovedì 10 febbraio la mozione 552 del 17 dicembre 2021, avente ad oggetto la presentazione al parlamento di una proposta di legge, sulla “Tutela delle relazioni affettive e della genitorialità delle persone ristrette”. A presentare la mozione sono il presidente del Consiglio regionale, Marco Vincenzi, e i vicepresidenti Devid Porrello e Giuseppe Emanuele Cangemi. La proposta di legge, allegata alla mozione, prende le mosse dalla ricerca dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, realizzata con la condivisione e il supporto del Garante dei detenuti e della Presidenza del Consiglio regionale, “Affettività e carcere. Un progetto di riforma tra esigenze di tutela contrapposte”, presentata in sala Mechelli alla Pisana lo scorso 30 novembre.
“Partiamo dal presupposto che la detenzione è prima di tutto un percorso riabilitativo, così come sancito dall’articolo 27 della nostra Costituzione nel quale è espressamente scritto che ‘le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale Devid Porrello.
“La reintegrazione nella società – prosegue Porrello – non è solo un fatto individuale a vantaggio di chi ha scontato la propria pena, ma il segno di un Paese civile che riesce a creare un sistema funzionale che porta dei benefici sociali. Per questo è importante che i detenuti mantengano i legami con il mondo esterno in cui dovranno reinserirsi ed è importante che non spezzino il filo delle relazioni umane con le persone a loro più care. Perché se questi legami si allentano diventa molto più difficile e faticoso ritrovare una propria collocazione nella collettività. Da una ricerca dell’Università di Cassino, presentata lo scorso novembre nel Consiglio regionale del Lazio, è emerso fortemente il disagio socio-affettivo e relazionale della popolazione detenuta del Lazio: il sovraffollamento, la mancanza di locali adeguati per i colloqui con i propri familiari, l’insufficienza di spazi verdi dotati di attrezzature per i bambini, l’inesistenza di spazi per l’intimità con il partner rappresentano un limite al riconoscimento del diritto all’affettività e alla sessualità di chi si sta scontando la propria pena”.
“Con la mozione che abbiamo presentato – conclude Porrello – vogliamo introdurre elementi di novità su questo tema, attraverso una proposta di legge da presentare al parlamento per garantire le relazioni affettive e la genitorialità dei detenuti, in un’ottica che non è di privilegio, ma di necessità. Perché se è vero che lo Stato ha il dovere di assicurare i colpevoli alla giustizia, ha anche il dovere di restituire chi ha scontato la propria pena, alla società”.