Ho tanta voglia di tornare a essere un padre e un marito presente

Mi chiamo Andrea G.,

sono nato ad Anzio il 28/02/1994. Sono sposato ed ho tre figli stupendi, due femmine (una di 11 anni e una di 9 anni) e un maschietto di 6 anni. (…) A seguito dei reati che ho commesso in passato, mi ritrovo ristretto in questo istituto detentivo, dove ho effettuato nei 17 mesi antecedenti un percorso ideale, frequentando scuola e corsi di reinserimento (teatro-letteratura-ecc…). Sono stato inserito anche al lavoro, prima nella mia sezione di appartenenza, poi al piano terra dove serviva. Ho un buon rapporto con le persone con le quali divido la mia cella. Ero riuscito grazie ai miei comportamenti ad avere una risposta positiva dal magistrato, che mi concedeva un permesso premio dandomi tre giorni di libertà per poter tornare dalla mia famiglia. Cosa è successo? Mi sono ritrovato in un disguido che ha interrotto tutta la positività acquisita, la concessione del permesso è stata sospesa.

La mattina del 10/05/2025, mi stavano aspettando mia moglie e mio padre qui fuori, potete immaginare lo sconforto che hanno provato
nell’avere quelle spiegazioni che certificavano la mia improvvisa assenza. A seguito di quel problema, sia io che la mia famiglia, siamo caduti in un periodo di depressione, vedendo tutto nero. Ora speriamo solo che si faccia la luce necessaria a ritornare sui vecchi passi.

Ho vissuto con la mia famiglia insieme a mio fratello Pierluigi. Purtroppo l’ambiente dove vivevamo non era in completa armonia, fino a
che nel 2013 i miei genitori si separarono. Io e mio fratello ci siamo dovuti, con dispiacere, adattare alla situazione fino a quando ognuno di noi iniziò una propria vita, perché ambedue ci fidanzammo. Io personalmente andai a convivere con la mia prima compagna Roberta, con la quale nel 2014 ebbi la mia prima figlia Giulia. Tutto filava liscio e dopo due anni arrivò la mia seconda figlia, Sofia. Purtroppo, poco dopo cominciarono ad esserci delle incomprensioni con la mia compagna fino ad arrivare alla separazione, voluta per il bene delle nostre figlie che non volevamo assistessero ai nostri continui litigi.

Sono stato ristretto presso l’istituto di Velletri fino al 2017, poi mi è stata concessa la detenzione domiciliare che è finita nel 2018. Nel frattempo conobbi un’altra ragazza Asia, con la
quale ritrovai una persona adatta a me e quindi cominciammo la nostra storia. Da questa nacque il mio terzo figlio, Paolo Diego, nel 2019, il giorno della Befana (che mi portò in dono questo
regalo). I nostri rapporti erano ideali fino al punto che decidemmo di sposarci, era il 13/04/2021. Tutto andò bene fino al Luglio del ’22 quando fui di nuovo recluso, ma potei usufruire
dell’alternativa al carcere con i lavorativi.

Arrivai al gennaio ’23 con la notizia di mio fratello affetto da una grave malattia oncologica, purtroppo nel mese di Agosto dello stesso anno morì.
La mia vita è sempre stata oppressa da tanto sconforto, ho continuato a sbagliare, non per mia volontà ma per necessità economiche.

Nel 2024 è arrivato il cumulo delle mie pene, dentro di me c’è un continuo trauma, ma anche tanta voglia di riuscire a tornare dai miei figli, che mi stanno aspettando, invocandomi di tornare a casa. Sono già diciassette mesi che sono ristretto, cercando di fare il possibile per farmi vedere idoneo ad un reinserimento nella società. Ho tanta voglia di libertà, quella libertà utile a  prendermi cura di mia moglie, dei miei figli, tornare ad essere un padre e un marito presente con i miei amori, che non mi hanno mai lasciato solo. Mi hanno aiutato a capire che i miei sbagli mi portano lontano da loro ed io non voglio più sbagliare. Voglio vivere la mia famiglia senza più avere tra noi le sbarre che ci dividono.

Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 4 – maggio 2025, scaricabile da qui: Voci di ballatoio n.4

I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.