
“Siamo addolorati per la morte di D.Z., la donna che si è tolta la vita la scorsa notte a Rebibbia femminile e che era stata seguita dai nostri uffici per il rinnovo della certificazione dell’invalidità. Una persona con una storia di dipendenze, una pena ancora lunga da scontare e senza più relazioni affettive esterne. Ancora una volta una storia di solitudine e disperazione, che testimonia una drammatica carenza di risposte sociali che finiscono inevitabilmente in carcere”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasia, alla notizia del suicidio di una detenuta nella Casa circondariale femminile di Rebibbia, resa nota venerdì 5 settembre.
Il tasso di affollamento nel carcere femminile di Rebibbia è del 150 per cento, con 377 detenute presenti, a fronte di 251 posti effettivamente disponibili.
Purtroppo, il fine settimana è stato funestato da altri due suicidi. Un detenuto si è tolto la vita sabato nel carcere di Rebibbia, una detenuta 26enne si è tolta la vita impiccandosi all’alba di domenica nella sua cella del carcere fiorentino di Sollicciano.
Secondo le nostre elaborazioni sono dunque 61 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno (compreso il minorenne che si è recentemente tolto la vita a Treviso). Il suicidio di sabato a Rebibbia è il settimo nel Lazio, al pari dello scorso anno. Si sono verificati a: Rebibbia, 4; Frosinone, 2; Regina Coeli 1. Lo scorso anno i suicidi in tutta Italia sono stati 91, di cui 7 nel Lazio.