
Secondo le ultime rilevazioni diffuse dal Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia, in tutta Italia alla data del 30 settembre risultavano 16.534 minorenni o giovani adulti complessivamente in carico agli uffici territoriali. Rispetto all’inizio dell’anno si è verificato un incremento di 1.566 unità, corrispondente a un tasso del 10,5%.
Questo incremento ha riguardato sia le persone sottoposte a misure penali, sia quelle in carico ai servizi della giustizia minorile per indagini o altri progetti trattamentali.
In particolare considerando solo le persone sottoposte a misure penali restrittive della libertà si è passati dalle 4.391 di fine 2024 alle attuali 4.747 (+8,1%).
Più specificatamente il numero dei minori e giovani adulti presenti sia negli istituti penali minorili che in comunità è passato da 1.707 a 1.782 (+4,4%) mentre le persone sottoposte a misure di esecuzione esterna da 2.684 a 2.965 (+10,4%).
Questi numeri crescenti rendono sempre più critica la gestione dell’intero sistema della giustizia minorile che è stato investito da una pressione senza precedenti dopo l’approvazione del cosiddetto Decreto Caivano del settembre 2023.
Infatti, se tra il dicembre 2019 e il giugno del 2023 i numeri delle persone rinchiuse in IPM o in comunità sono rimasti sostanzialmente stabili, da settembre 2023 e nei due anni successivi si è verificato un incremento del 36%.
In questo contesto la situazione del Lazio risulta in gran parte simile a quella nazionale: da giugno 2023 alla fine di settembre di quest’anno il numero dei minori e giovani adulti ristretti a Casal del Marmo o in comunità è cresciuto del 39% passando da 126 a 179.
In particolare va sottolineato che a Casal del Marmo il numero dei presenti da giugno dello scorso anno supera stabilmente la soglia della capienza massima di 57 posti e, attualmente, risulta essere pari a 64.
Infine, è importante e significativo il monitoraggio delle presenze e dell’incidenza di minori stranieri che si configurano a tutti gli effetti come soggetti “a tutela differenziata” e che, non potendo disporre di una rete solida di protezione, sono più facilmente intercettabili dal sistema penale. Alla fine di settembre di quest’anno in Italia i ragazzi stranieri presenti in IPM erano 250 per un’incidenza sull’intero insieme dei minori presenti negli Ipm del 44,2% (a fronte di una percentuale del 31,8% che si registra negli i per adulti).