La scomparsa di Gianfranco Spadaccia, Garante dei detenuti di Roma dal 2006 al 2008

Il leader radicale s’impegnò per la riforma carceraria e praticò un lungo digiuno, assieme ad Adelaide Aglietta, con cui ottenne l'aumento dell’organico e la riforma del corpo degli agenti di custodia

Domenica 25 settembre è morto a Roma Gianfranco Spadaccia, giornalista e leader storico del Partito radicale di cui fu anche segretario. Nato nella capitale il 28 febbraio del 1935, laureato in giurisprudenza, è stato un giornalista dell’Agi, l’Agenzia giornalistica Italia con mansioni di caporedattore, e collaboratore di periodici e riviste.

Spadaccia è stato Garante dei diritti e delle opportunità delle persone private della libertà del Comune di Roma dal 2006 al 2008. Fu nominato dal sindaco Walter Veltroni all’inizio del suo secondo mandato, quando Luigi Manconi, che fu il primo Garante di Roma e d’Italia, andò a fare il sottosegretario alla giustizia nel secondo governo Prodi.  Spadaccia si dimise nel 2008, quando fu eletto sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Entrato prima nel Partito socialista democratico italiano, successivamente sposa la causa radicale partecipando, nel 1955, alla fondazione del Partito radicale di cui diventa segretario nel 1967 e nel 1968 e dal 1974 al 1976. Nelle liste del Partito radicale è stato eletto per tre legislature, negli anni 1979, 1983 e 1987.

Spadaccia appartiene alla generazione dei politici che hanno condotto le grandi battaglie per i diritti civili: sue e di Marco Pannella, infatti, sono le tante campagne sul divorzio e l’obiezione di coscienza, la riforma del diritto di famiglia, la depenalizzazione del reato di consumo di stupefacenti.

Il suo impegno politico si è distinto attivamente negli anni 80 anche su temi cruciali, come la fame nel mondo, il sottosviluppo, la desertificazione e l’attuazione della riforma carceraria. Insieme ad Adelaide Aglietta adottò la pratica del lungo digiuno con cui ottenne l’aumento dell’organico e la riforma del corpo degli agenti di custodia.

Negli anni 90 ha partecipato a numerose iniziative referendarie. Negli anni successivi, lontano dall’impegno politico militante, ha condiviso e sostenuto le iniziative per l’istituzione della Corte di giustizia internazionale contro i crimini contro l’umanità e le iniziative radicali per la libertà di ricerca sulle cellule staminali e contro la pena di morte.