Mandela Day: al Garante Anastasìa il premio “Ambassador of freedom”

Cerimonia nella sala d’onore del Coni. Un riconoscimento anche alle direttrici degli istituti penitenziari di Rebibbia Nuovo complesso e di Frosinone e al sociologo Pietro Fargnoli
Il Garante Anastasìa riceve il premio "Ambassador of freedom", da Juri Morico, presidente di Opes.

“Lo sport è un elemento fondamentale per la vita delle persone che temporaneamente sono private della propria libertà, perché è ragione di salute psichica e fisica. E’ anche un passaggio fondamentale del percorso per la rieducazione, perché lo sport insegna a stare insieme, a rispettare le regole, a rispettarsi l’un l’altro”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, lo scorso 18 luglio, giorno in cui si celebra in tutto il mondo il Mandela Day, alla consegna dei riconoscimenti della seconda edizione dell’evento in memoria del pensiero di Nelson Mandela, nella sala d’onore del Coni al Foro Italico. Ad Anastasìa è stato consegnato il riconoscimento “Ambassador of freedom”, ovvero “Ambasciatore di libertà”, da Juri Morico, presidente di Opes, la rete associativa del Terzo settore che ha organizzato l’evento, assieme a all’Accademia per le arti, scienze e professioni e all’Unione nazionale veterani dello sport, sezioni “Giulio Onesti” e “Roma Capitale”.

Un momento della consegna del premio al Garante Anastasìa, nella sala d'onore del Coni al Foro Italico.

Un momento della consegna del premio al Garante Anastasìa, nella sala d’onore del Coni al Foro Italico.

Alla presenza dell’ambasciatrice del Sudafrica, Nosipho Nausca-Jean Jezile, nel corso della manifestazione è stata ricordata la figura di “Madiba” Mandela,  politico e attivista sudafricano per i diritti civili e avvocato, primo presidente sudafricano non bianco a ricoprire tale carica, il quale aveva scontato 27 anni di carcere per la sua lotta al segregazionismo razziale. Mandela, Nobel per la Pace, credeva nei valori dello sport e pensava che il riscatto sociale, la coesione e la pacificazione del Sudafrica, dilaniato dall’apartheid, potessero passare attraverso il Rugby, lo sport della minoranza bianca.

La direttrice della Casa circondariale di Rebibbia, Rosella Santoro.

La direttrice della Casa circondariale di Rebibbia, Rosella Santoro.

Il premio “Amabassador of freedom” è stato conferito anche alla direttrice della Casa circondariale di Frosinone, Teresa Mascolo, e alla direttrice della Casa circondariale di Rebibbia, Rosella Santoro. Inoltre, è stato consegnato il premio “Invictus” a Pietro Fargnoli, sociologo in servizio nella Struttura di supporto al Garante delle persone detenute della Regione Lazio e promotore dell’iniziativa “Anche libero va bene”, il quadrangolare di calcio che si è svolto lo scorso mese nel carcere di Frosinone. Nel corso della manifestazione sono stati consegnati anche altri riconoscimenti ai “Benemeriti dello sport e del sociale”, ai “Valorosi dello sport e del sociale” e ai giovani atleti dell’Aned Sport (Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianti).

Il premio "Invictus" a Fargnoli (secondo da sinistra).

Il premio “Invictus” a Fargnoli (secondo da sinistra).

A Francesca Bardelli, Presidente dell’Unvs, il cofanetto “White Struggle” – “Love Mandela Project”, contenente sei incisioni della serie “My Robben Island” firmate da Nelson Mandela. Sono intervenuti, tra gli altri, Silvia Salis, vicepresidente vicario del Coni, Vito Consoli, presidente di Sport e salute, l’azienda pubblica che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, il generale di divisione Roberto Angius, capo di stato maggiore del comando logistico dell’Esercito.