Papa Francesco nella Casa circondariale femminile di Rebibbia

"Ognuno ha la propria storia. Ma il Signore ci aspetta sempre, con le braccia aperte, e non si stanca mai di perdonare"
La lavanda dei piedi alle detenute di Roma Rebibbia.
La lavanda dei piedi alle detenute di Roma Rebibbia.

Giovedì 28 marzo il Santo Padre si è recato, in forma privata, alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia in Roma per celebrare la Santa Messa in Cœna Domini e incontrare le detenute e gli operatori della struttura.

Al suo arrivo, dopo aver salutato quanti lo attendevano all’esterno, il Papa ha presieduto la messa, concelebrata, sotto un tendone allestito nel cortile antistante l’istituto di pena, con il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e responsabile della cappella musicale pontificia, mons. Diego Giovanni Ravelli. Insieme alle detenute, era presente una rappresentanza degli agenti e del personale della casa circondariale.

Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa ha pronunciato a braccio l’omelia.

“Sempre – ha detto il Papa durante l’omelia -, tutti noi abbiamo piccoli fallimenti, grandi fallimenti: ognuno ha la propria storia. Ma il Signore ci aspetta sempre, con le braccia aperte, e non si stanca mai di perdonare. Adesso faremo lo stesso gesto che ha fatto Gesù: lavare i piedi. È un gesto che attira l’attenzione sulla vocazione del servizio. Chiediamo al Signore che ci faccia crescere, tutti noi, nella vocazione del servizio”.

Quindi, come è consueto, Papa Francesco ha ripetuto il gesto di Gesù durante l‘ultima cena, quando il Signore lavò i piedi ai suoi discepoli, nei confronti di 12 detenute di diversa nazionalità.

Al termine della messa, la direttrice del carcere, Nadia Fontana, ha rivolto alcune parole di ringraziamento al Santo Padre e offerto in dono un cesto di prodotti coltivati nell’azienda agricola presente all’interno della casa circondariale, un rosario e due stole realizzate nei laboratori di collane e di cucito dalle stesse detenute. “La sua presenza qui è un raggio di sole, che scalda il cuore e ravviva la speranza di poter ricominciare anche quando ci si trova a ripartire da zero”, ha detto la direttrice la quale ha rivolto il suo “grazie” a nome di chi vive “in questo luogo e soffre per la privazione della libertà” – “360 detenute e un bambino”, ha detto -, del personale, degli agenti della polizia penitenziaria e anche dei volontari. Papa Francesco ha lasciato in dono un quadro con l’immagine della Madonna. Quindi ha lasciato l’istituto per rientrare in Vaticano.