Regina Coeli: dal Garante al Prap le criticità della settima sezione 

Dopo la visita ispettiva dell’8 marzo, il Garante Anastasìa scrive alla direttrice del carcere romano e al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise. Ecco le risposte
I ballatoi all'interno del carcere di Regina Coeli (foto di Alberto Cristofari/Contrasto)
I ballatoi all'interno del carcere di Regina Coeli (foto di Alberto Cristofari/Contrasto)

Cinque suicidi a Regina Coeli nel 2023, di cui quattro nella settima sezione, epicentro di numerosi eventi critici nel carcere romano. Nasce come sezione per i cosiddetti “Nuovi Giunti”, ma l’8 marzo scorso, al momento della visita ispettiva del Garante delle persone detenute della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, nella settima sezione “erano presenti 94 detenuti afferenti a diversi circuiti detentivi, meno della metà Nuovi Giunti, gli altri in esecuzione penale”. E’ quanto si legge nella lettera inviata dal Garante alla direttrice della Casa circondariale, Claudia Clementi, lo scorso 27 aprile. Regina Coeli dovrebbe essere destinata prevalentemente agli arrestati e alle persone in attesa di giudizio fino al primo grado e, per una quota residua, a detenuti condannati a una pena fino a un massimo di cinque anni. Invece, a causa del cronico sovraffollamento nell’istituto (1036 detenuti presenti il 30/9/2023 per 628 posti disponibili), “la promiscuità di condizioni giuridiche – si legge nella lettera di Anastasìa alla direttrice Clementi –  e di circuiti detentivi comporta diverse criticità come la fruibilità degli spazi all’aperto per il tempo garantito dalla legge (la difficoltà di accedere all’aria – due aree piccole e inidonee a qualsiasi attività che vada oltre il ‘passeggio’ – mi è stata riportata da quasi tutti i detenuti della sezione), la riferita chiusura nelle stanze detentive per 23 ore su 24 ore e l’assenza di attività socializzanti nel secondo e terzo piano”.

Il Garante concludeva la sua missiva segnalando, oltre l’urgenza di lavori strutturali, “la necessità di un radicale ripensamento della destinazione dell’intera sezione, in modo tale che la maggiore omogeneità delle persone che vi sono ospitate possa garantire a tutti le ore d’aria e di socialità previste da legge e regolamento”.

A questa nota ha fatto seguito la risposta della direttrice, pienamente concorde con la rappresentazione data dal Garante nella sua missiva. In particolare, scrive Clementi, “gli elementi di criticità della settima sezione legati alla disomogeneità dei detenuti sono peraltro emergenti in maniera esponenziale, essendo collegati tra di loro”. Nel merito, prosegue la direttrice di Regina Coeli, “capita di frequente che tra gli arrestati vi siano soggetti che non hanno titolo a permanere presso questo istituto, non essendo presente il competente circuito, quali ad esempio persone classificate in Alta sicurezza o soggetti in transizione di genere o Trans, che permangono presso questa sede fino a che non vengono assegnati e trasferiti, e che ovviamente devono rimanere separati, seppure nella stessa sezione, da tutti gli altri”. Va detto che nella stessa sezione sono presenti anche detenuti maggiormente problematici da un punto di vista comportamentale o destinatari di misure disciplinari o sanitarie.

Con tali premesse, in data 3 agosto 2023, il Garante Anastasìa scrive al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, Abruzzo e  Molise, Maurizio Veneziano, segnalando le criticità della settima sezione di Regina Coeli, l’alto numero di detenuti presenti con una pozione giuridica definitiva superiore ai cinque anni.

“Alla fine di maggio – scrive Anastasìa – su 968 detenuti, 345 erano definitivi”. E ancora, prosegue il Garante del Lazio, “questa parte importante della popolazione detenuta, desta preoccupazione, per l’inadeguatezza delle attività trattamentali offerte, di lavoro, di studio e degli spazi esterni dedicati ai passeggi nelle ore d’aria”.

“Oggettivamente – conclude Anastasìa – la CC di Regina Coeli, come le altre Circondariali (e non solo) del territorio nazionale, vive mesi complessi. Sono consapevole delle difficoltà nella gestione dei circuiti regionali e nazionale, ma, nello specifico di Regina Coeli, programmare la riduzione dei detenuti definitivi presenti con lunghe pene e una loro adeguata assegnazione in realtà penitenziarie consone alla durata della pena è una delle priorità da perseguire, con risvolti che sosterrebbero anche il lavoro del personale della Polizia Penitenziaria e del trattamento sotto pressione da mesi”.

Nella risposta del 6 ottobre, il Provveditore, Maurizio Veneziano, non entra nel merito delle questioni inerenti alla settima sezione, ma, rispetto al numero dei detenuti presenti con posizione giuridica definitiva, scrive che trattasi di “una circostanza frutto dell’inerzia del trascorso periodo emergenziale dovuto alla pandemia da Covid-19”. Per la questione dei detenuti definitivi, l’intervento è duplice, scrive Veneziano: “da una parte si è sensibilizzata la direzione a dare impulso alle varie offerte trattamentali presenti negli istituti a custodia attenuata (…) dall’altra si sta operando un graduale trasferimento di tutte queste persone, facendo riferimento all’ambito della residenza dei propri familiari”.

La lettera del Garante alla direttrice di Regina Coeli

La risposta della direttrice di Regina Coeli al Garante

La lettera del Garante al Provveditore

La risposta del Provveditore al Garante

 

Uno scatto all'interno del carcere di Regina Coeli (Foto di Alberto Cristofari /Contrasto)

Uno scatto all’interno del carcere di Regina Coeli (Foto di Alberto Cristofari /Contrasto)