
“Il ministero ha preso finalmente consapevolezza dell’esistenza del problema, ed è un passo avanti rispetto all’anno scorso, ma tempi e modi delle soluzioni prospettate sono del tutto inadeguati. Non si può aspettare settembre per prospettare iniziative che sono già tutte sul tavolo. Né si può pensare esclusivamente a misure alternative al carcere che sono già possibili a legislazione vigente, ma non vengono concesse a larga parte della popolazione detenuta”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla notizia che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha accertato che ci sono 10.105 detenuti cosiddetti definitivi potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere.
In una nota del 15 luglio scorso, si legge che tali detenuti sono con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi di cui all’articolo 4 bis della Legge di ordinamento penitenziario e che negli ultimi 12 mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi e “di conseguenza, al ministero della Giustizia è stata istruita una task force che ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni. Il gruppo – conclude la nota -, (…) si riunirà con cadenza settimanale e trarrà le sue conclusioni entro settembre 2025”.
“La via maestra – prosegue Anastasìa – resta quella di un provvedimento di clemenza che, senza scaricare responsabilità sui magistrati, dovrebbe vedere concordi maggioranza e opposizione, o almeno parte dell’una e dell’altra, come nel 2006. In alternativa, se vogliono ampliare la liberazione anticipata, lo facciano con coraggio, a partire dal termine dell’ultima liberazione anticipata speciale post-Torregiani, con almeno due mesi di sconto di pena in più all’anno e senza preclusioni, anzi condonando anche le sanzioni disciplinari. Così una liberazione anticipata speciale potrebbe avere effetti apprezzabili sul sovraffollamento. Ma perché si possano vedere in tempi accettabili – conclude Anastasìa, il governo dovrebbe una volta tanto adottare un decreto-legge con i requisiti costituzionali di necessità e urgenza e mettere immediatamente in moto la macchina amministrativa e giudiziaria”.