Un mese alla volta
Una poesia e una riflessione personale sulla distanza, sulla detenzione e sui legami familiari
di Cristiano Z.

Qualche tempo fa, Francesca, madre di mio figlio, mi ha portato una sua poesia composta in un periodo sfortunato della sua vita. È una poesia cruda, diretta, uno spaccato della routine di un detenuto: senza fronzoli, ma capace di arrivare come una freccia all’anima. Questo testo mi ha fatto riflettere profondamente sugli aspetti trattati riguardanti la detenzione. In particolare, la poesia fa riferimento all’abbandono della famiglia, una situazione che spesso si verifica quando si entra in carcere. Fortunatamente, questo a me non è accaduto. Francesca – donna leale e madre attenta – ha sempre portato nostro figlio Giorgino ai colloqui, mantenendo vivo il contatto padre-figlio, fondamentale per la sua crescita psicofisica e altrettanto essenziale per me.
Anche mio padre e mia madre non mi hanno mai abbandonato. Anzi, nonostante la veneranda età di 82 e 83 anni, a costo di enormi sacrifici fisici ed economici, sono sempre stati al mio fianco, venendomi a trovare almeno una volta al mese. La loro è una vera e propria via crucis. Sfidano le intemperie – pioggia, vento, neve o caldo infernale – e il giorno prima del colloquio lasciano la loro abitazione, caricandosi del pacco alimentare che preparano con impegno e dedizione nei giorni precedenti. Così, con borse, valigie e tanta speranza, iniziano il viaggio per incontrare il loro unico figlio. Con il cuore pieno di attesa, prendono taxi, treni, e dopo molte ore di viaggio arrivano in una stanza di un B&B in attesa del colloquio del giorno successivo.
Dopo le due ore del tanto atteso incontro – sempre carico di profonde emozioni e sentimenti – inizia il viaggio di ritorno, con il cuore a pezzi e tante parole non dette. Rientrano a casa la sera tardi, distrutti dalla stanchezza e affranti al pensiero che per il colloquio successivo dovrà passare un mese o più. Il loro amore e il loro sacrificio sono per me una costante fonte di ispirazione come padre. Ma come figlio, vorrei poter essere più vicino a loro e godere della loro presenza il più possibile. Ed è qui che emerge uno dei paradossi del sistema carcerario.
La territorialità è un diritto costituzionale del detenuto – salvo nei casi di terrorismo o criminalità organizzata. Io sono di Milano: il mio lavoro, la mia famiglia e la mia vita sono lì. Tuttavia, proprio la costanza con cui la mia famiglia riesce a garantire la presenza ai colloqui – affrontando ogni difficoltà – viene paradossalmente interpretata come un motivo per negarmi il trasferimento in un carcere più vicino a casa. Come me, ci sono molti altri casi simili. Auspico che questa problematica possa presto essere affrontata e risolta. Intanto, sento con forza il peso della distanza.
Di seguito è pubblicata la poesia di Francesca – che ringrazio per essere una madre attenta, premurosa, compagna di sventure, ma
soprattutto leale e affidabile – intitolata Quattro Mura: una poesia cruda, ma profondissima.
Buona lettura.
Quattro mura
Sarà destino che so’ nata storta….
Ecco che risto’ in gabbia n’antra volta
Ricominciamo la solita litania….
Latte, pranzo, cena e terapia.
È una tortura che non conosce sosta,
soltanto nel quarto d’ora della posta
ma dopo du mesi de digiuno
è chiaro che nun te pensa più nessuno!!!
Me prendono l’impronte e mi assegnano il girone
Dove me dovrò scontà sta punizione.
C’hanno gli specialisti, ‘a tv a colori,
stanno ‘na pacchia dicono da fori
ma che ne sanno… occhio nun vede,
a quel che se racconta nun ce se crede.
Come se sta qui c’è solo da provallo,
nun ce stanno parole pe’ raccontallo.
Mi madre s’è scordata il nome mio…
Mi padre invece, me lo so’ scordata io.
C’avevo ‘na sorella me so’ scordata pure quella.
Ma che me frega, da sola ce la faccio
Pure se mo sur core c’ho un catenaccio.
Ma quando la sera batte forte forte… je dico:
BONO…. FERMO NUN C’AVE’ PAURA…..
NUN TE PREOCCUPA’…
SO SOLTANTO QUATTRO MURA!!!!!
dedicata da Francy a Cristiano
Pubblicato sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 4 –agosto 2025, scaricabile da qui: Voci di ballatoio n.4
I numeri di “Voci di ballatoio” finora usciti si trovano nel sito dell’associazione La Farfalla.