
“Da decenni i numeri dei suicidi, del sovraffollamento, delle pessime condizioni igienico-sanitarie, dei detenuti chiusi per venti ore al giorno nelle celle, delle poche misure alternative al carcere, dell’eccessivo uso del carcere preventivo ci inducono a pensare che è difficile parlare di un carcere nella Costituzione, perché semplicemente non esiste nella realtà. Non esiste oggi un carcere che incarna i principi costituzionali.”.
Cosi Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale e Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, nel comunicare che la Conferenza ha indetto per il 30 luglio una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare la politica nel suo complesso, e non soltanto il Governo, a mettere in campo soluzioni immediate e concrete alle accorate parole inequivocabili del presidente della Repubblica sul tema delle carceri.
Ad un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica durante l’incontro con il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il Portavoce dei Garanti territoriali ricorda che attualmente sui 62.000 detenuti in Italia, 7913 hanno un residuo pena inferiore ad un anno e non hanno reati ostativi. Ancora, il Portavoce ricorda che ci sono 1348 detenuti che hanno una pena inflitta a meno di un anno. I 100 garanti territoriali, regionali, provinciali e comunali ricordano altresì che in tutta Italia per i 46.000 detenuti definitivi ci sono appena 250 magistrati nei 29 Tribunali di Sorveglianza e nei 58 Uffici di Sorveglianza, sono sottorganico anche rispetto al personale di supporto.
Il Portavoce Samuele Ciambriello così conclude: “Appaiono surreali e bizzarre le proposte e le considerazioni del Ministro della Giustizia su come affrontare il sovraffollamento, la mancanza di speranza nelle carceri italiane e soprattutto la mancanza di reinserimento sociale dei detenuti. È necessario un provvedimento urgente finalizzato alla riduzione del sovraffollamento in nome della dignità, come ad esempio è stato fatto dal Governo Berlusconi nel 2003 e nel 2010. Bisogna che la politica intervenga non subito, ma ORA! Da subito approvare la proposta Giacchetti inerente alla liberazione anticipata sociale che appare per molti versi in linea con le attuali emergenze seppur di
contenuto deflattivo. Il 30 luglio invitiamo deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri regionali a entrare con Noi negli istituti penitenziari adulti e minorili”.