Detenuta suicida a Rebibbia. Anastasìa: “Ancora una storia di solitudine e disperazione”

Purtroppo, il fine settimana è stato funestato da altri due suicidi che portano a 61 il numero di persone detenute che si sono tolte la vita nelle carceri italiane
Uno scatto nel carcere femminile di Rebibbia. Foto di Francesca Pompei.

“Siamo addolorati per la morte di D.Z., la donna che si è tolta la vita la scorsa notte a Rebibbia femminile e che era stata seguita dai nostri uffici per il rinnovo della certificazione dell’invalidità.  Una persona con una storia di dipendenze, una pena ancora lunga da scontare e senza più relazioni affettive esterne. Ancora una volta una storia di solitudine e disperazione, che testimonia una drammatica carenza di risposte sociali che finiscono inevitabilmente in carcere”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasia, alla notizia del suicidio di una detenuta nella Casa circondariale femminile di Rebibbia, resa nota venerdì 5 settembre.

Il tasso di affollamento nel carcere femminile di Rebibbia è del 150 per cento, con 377 detenute presenti, a fronte di 251 posti effettivamente disponibili.

Purtroppo, il fine settimana è stato funestato da altri due suicidi.  Un detenuto si è tolto la vita sabato nel carcere di Rebibbia, una detenuta 26enne si è tolta la vita impiccandosi all’alba di domenica nella sua cella del carcere fiorentino di Sollicciano.

Secondo le nostre elaborazioni sono dunque 61 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno (compreso il minorenne che si è recentemente tolto la vita a Treviso). Il suicidio di sabato a Rebibbia è il settimo nel Lazio, al pari dello scorso anno. Si sono verificati a: Rebibbia, 4; Frosinone, 2; Regina Coeli 1. Lo scorso anno i suicidi in tutta Italia sono stati 91, di cui 7 nel Lazio.