
“Io continuo a essere dell’opinione già espressa in questa sede, esattamente un anno fa, che bisognerebbe avere il coraggio che ebbero Silvio Berlusconi e Romano Prodi, quando nel 2006 decisero entrambi un provvedimento d’indulto”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, nella parte conclu dell’incontro con il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che si è svolto sabato 20 settembre a Formello, nell’ambito della manifestazione Itaca.
“Emergenza carceri, interventi urgenti e lungimiranti” era il tema del dibattito, moderato dal vicedirettore approfondimento Rai Giuseppe Malara, tra gli eventi della manifestazione promossa dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi.

Da sinistra: Sisto, Malara, Anastasìa.
“I beneficiari dell’indulto del 2006, al contrario di quel che si crede e, purtroppo, si dice, hanno commesso nuovi reati nella misura della metà rispetto a quelli che scontano interamente la loro pena in carcere, fino all’ultimo giorno. Sono dati di una ricerca commissionata dal ministero della giustizia all’università di Torino. È vero che il lavoro è la migliore garanzia di reinserimento, ma il carcere riesce a offrire lavoro vero, alle dipendenze di soggetti terzi, solo al 6% delle persone condannate. Io credo – ha concluso Anastasìa – che intanto bisogna avere il coraggio di ridurre le presenze in carcere. Se non può essere l’indulto, sia la più ampia liberazione anticipata possibile, ma qualcosa che riduca le presenze in carcere è urgente”

Il viceministro Sisto e il moderatore, Malara.
“Statisticamente, ahimè, magari l’indulto potesse garantire una capacità di recidiva ridotta, ma è anche naturale. Se io esco dal carcere senza un perché, senza una ragione, semplicemente perché c’è un provvedimento clemenziale, non c’è più un legame fra il mio rientro nel tessuto connettivo e quello che il carcere doveva darmi sul piano rieducativo”. Questa invece la posizione espressa in proposito dal viceministro Francesco Paolo Sisto.
“Allora – ha concluso Sisto -, probabilmente gli sforzi vanno incrementati, probabilmente bisogna stare più sul pezzo, ma questo ovviamente ci sta, ma voglio che sia chiaro: questo è un governo che sul pianeta carcere ha investito e continua a investire, perché il carcere possa essere un luogo diverso, un luogo in qualche maniera che appartiene al comune vivere e in cui il soggetto possa poi avere molte chance di rientrare, non dico migliore, ma quantomeno non peggiore nella società”.