Dalla Conferenza Nazionale Universitaria delle /dei Delegati delle/dei Rettori per i Poli Penitenziari (Cnupp) – organo della Conferenza dei Rettori delle Università italiane riceviamo quanto segue.
Roma, 6 novembre 2025.
L’Università in carcere: è ancora possibile?
A fronte dei recenti provvedimenti adottati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria questa è la domanda che si stanno ponendo i 47 atenei impegnati nella formazione di circa 2.000 studenti universitari detenuti in 120 istituti penitenziari. Un’assunzione di responsabilità per la quale le Università stanno investendo ingenti risorse umane, finanziarie e strumentali.
A fianco della formazione (“prima missione”), inoltre, le università sono impegnate in attività di valorizzazione delle conoscenze (“terza missione”) con progetti e iniziative culturali rivolte all’intera la popolazione detenuta.
L’ Università in carcere promuove il diritto allo studio e rappresenta uno strumento prezioso per la rieducazione e il reinserimento sociale e lavorativo delle/dei condannati, in coerenza con i diritti fondamentali sanciti dalla Carta costituzionale e con l’Ordinamento penitenziario vigente. Nell’interesse e per la sicurezza di tutta la società. Abituate a interagire con un sistema complesso e difficile come quello penitenziario, le Università hanno sempre dimostrato massima sensibilità e attenzione alle ragioni della sicurezza accordando le proprie esigenze didattiche e organizzative a quelle penitenziarie e garantendo la propria collaborazione istituzionale alle direzioni, alle aree pedagogico-educative e alla polizia penitenziaria.
Il sensibile peggioramento delle condizioni di agibilità didattica e culturale nelle carceri con l’emersione di un’ampia casistica di criticità rischia oggi di minare i corretti rapporti istituzionali tra Università e Amministrazione Penitenziaria. In particolare, i provvedimenti adottati dal Dap stanno generando un crescendo di misure restrittive per i circuiti detentivi di Alta Sicurezza, Collaboratori di Giustizia e 41 bis che ora coinvolge anche una parte rilevante della Media Sicurezza. La Circolare n. 454011 del 21/10/2025 imponendo la centralizzazione sul Dap delle
autorizzazioni per ogni evento da svolgersi e avocando l’organizzazione delle attività alle Direzioni delle carceri rischia di ridurre drasticamente l’agibilità didattico-culturale in seno agli Istituti.
La Conferenza Nazionale Universitaria delle /dei Delegati delle/dei Rettori per i Poli Penitenziari (Cnupp) – organo della Conferenza dei Rettori delle Università italiane – esprime grande preoccupazione per le misure adottate dal Dap che mettono a rischio un patrimonio di esperienze, di civiltà e di cultura al servizio del benessere della società, e in particolare la stessa presenza dell’Università in carcere e il diritto allo studio.
Nella convinzione che la collaborazione tra due istituzioni della Repubblica si debba fondare sul reciproco riconoscimento del proprio compito e delle condizioni per esercitarlo, chiamiamo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a un confronto costruttivo che consenta alle 47 università associate alla Cnupp di continuare a lavorare per garantire l’accesso allo studio universitario delle persone in esecuzione di pena.
Il Presidente e il Consiglio direttivo della Cnupp
Le Delegate e i Delegati dei Rettori e delle Rettrici dei Poli Universitari Penitenziari