Il Garante del Lazio sentito da Repubblica, a proposito della "lite" Nordio-garante nazionale sui numeri di suicidi nei penitenziari italiani

«Detto che 146 morti in carcere in 7 mesi sono inconciliabili con un sistema che si vorrebbe rispettoso della dignità, la contabilità morturaria è la fine di ogni politica penitenziaria». Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, sul quotidiano La Repubblica, a proposito della discordanza tra le dichiarazioni del Garante nazionale e del ministro della Giustizia sul numero dei suicidi nelle carceri italiane (Carceri, lite Nordio-garante “Falso allarme, suicidi in calo”).
L’autorità per i detenuti ha diffuso un dossier in cui denuncia le 146 morti dall’inizio dell’anno nei penitenziari. Il ministro interviene per ridimensionare l’emergenza. Il ministro è intervenuto per ridimensionare l’emergenza.
“Un’allarmata relazione del garante nazionale dei detenuti si trasforma in penoso balletto di cifre”, scrive Conchita Sannino su Repubblica. Sono 146 i morti negli istituti penitenziari, dall’inizio del 2025. Il report ufficiale del collegio guidato da Riccardo Turrini Vita: «46 suicidi, 30 decessi per cause da accertare, 69 per cause naturali, uno di natura accidentale». Ma il ministero di Nordio insorge di fronte a quel “totale”, invia una nota in cui corregge: «Il dato dei 48 suicidi è sconfortante, ma è sotto la media dell’ultimo triennio. E al di sotto di quella ereditata nel 2022, che aveva visto 84 suicidi in un anno».