“Questa notte una donna è morta nel carcere femminile di Rebibbia, mentre un uomo si levava la vita in quello di Viterbo. Ieri al policlinico di Tor Vergata perdeva la vita un uomo a lungo in coma, terapia intensiva e finalmente in riabilitazione, a seguito di un’aggressione violenta da parte di altri detenuti, mentre un altro si toglieva la vita nel carcere di Lecce. Una lunga scia di morti che non risparmia neanche il personale penitenziario”. Così venerdì 12 dicembre in una nota il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla notizia delle morti di tre persone detenute nel Lazio, avvenute tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre.

La lavanda dei piedi alle detenute di Roma Rebibbia, il 28 marzo 2024.
“Confidiamo nelle parole di Papa Leone – ha proseguito Anastasìa-, che sappiano riprendere l’esortazione alla clemenza di Papa Francesco, ma la responsabilità politica del governo e del ministero della Giustizia non possono restare silenti o rinviare alle calende greche di un piano di edilizia penitenziaria che ci sarà quando ci sarà: intanto la gente muore e nelle carceri italiane non si vedono segni di speranza”.
Bonafoni: “Necessario assicurare dignità e incolumità”
“L’inizio del Giubileo dedicato ai detenuti è stato funestato dalla morte di una donna e due uomini nelle case circondariali del Lazio. Condivido l’appello di Stefano Anastasia, circa la necessità di attuare misure efficaci e concrete, che possano assicurare in primo luogo la dignità e l’incolumità delle persone. Non è infatti ammissibile che ad esempio nella sezione femminile di Rebibbia ci siano 370 detenute su 249 posti disponibili: il sovraffollamento e la mancanza di spazi adeguati incidono sulla cura e l’attenzione da garantire ai detenuti e alle detenute”. Così in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al Terzo settore e all’associazionismo.
In tutta Italia, secondo il monitoraggio costante e continuativo di Ristretti Orizzonti, i decessi nelle carceri italiane nel 2025 e fino ad oggi sono stati complessivamente 223 e tra questi 76 i suicidi, comprendendo gli ultimi due avvenuti ieri a Lecce e oggi a Viterbo. Nel 2024, i decessi sono stati 246, di cui 91 suicidi.
Nel Lazio, secondo le nostre rilevazioni dirette i decessi accertati nel corso del 2025 sono stati 19 e tra questi otto suicidi comprendendo l’ultimo avvenuta a Viterbo del quale abbiamo avuto notizia nella mattina di venerdì 12 dicembre.
Nella regione i detenuti presenti sono attualmente 6.702 su 4.485 posti effettivamente disponibili, per un tasso di affollamento pari al 149%. A Viterbo i detenuti presenti sono 716 con un tasso di affollamento del 177%.

Una foto nel carcere femminile di Rebibbia scattata da Francesca Pompei.