Carceri e Cpr, Anastasìa: “Regioni e Garanti interlocutori ineludibili”

Il Portavoce della Conferenza, Stefano Anastasìa, interviene alla Conferenza "Carcere: il ruolo delle Regioni" organizzata a Torino dal Garante del Piemonte, Mellano 
Torino, il Garante Anastasìa intervistato nella Sala Cavour del circolo dei Lettori a Palazzo Graneri della Roccia.
Torino, il Garante Anastasìa intervistato nella Sala Cavour del circolo dei Lettori a Palazzo Graneri della Roccia.

“Questa Festa delle Regioni ribadisce e rinnova il valore delle autonomie territoriali nell’architettura istituzionale del nostro Paese. In materia penitenziaria, le Regioni e gli enti locali hanno responsabilità essenziali nel rispetto e nel perseguimento dei principi di umanità e rieducazione nell’esecuzione penale, dall’assistenza sanitaria alle politiche sociali, per la formazione e l’inserimento lavorativo”. Così il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, nonché Garante della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla Conferenza “Carcere: il ruolo delle Regioni”, che si è svolta a Torino lunedì 2 ottobre.

L’incontro è stato convocato dal Garante regionale dei detenuti del Piemonte, Bruno Mellano, in collaborazione con la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, in concomitanza con il “2° Festival delle Regioni” organizzato della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

“Alle Regioni e alle Province autonome – ha proseguito Anastasìa – chiediamo due cose: completare il quadro della istituzione e delle nomine dei Garanti delle persone private della libertà, assicurando le risorse e gli strumenti operativi per competenze e situazioni sempre più complesse, dal carcere ai Cpr, alle strutture sanitarie in cui si svolgano trattamenti involontari; utilizzare le conoscenze e l’esperienza dei Garanti nella interlocuzione con il Governo nelle materie di competenza”.

“In questi giorni si discute di Cpr e trattenimento dei migranti: perché non chiedere ai garanti che già se ne occupano di cosa si tratta, se serve aprirne altri, quanti, dove e come? Il Governo deve affrontare il problema del sovraffollamento penitenziario, lo può fare incentivando le alternative per i reati minori o, come ha detto il Ministro, riadattando caserme dismesse. Nell’uno come nell’altro caso le Regioni dovrebbero essere interlocutrici ineludibili: per la predisposizione di politiche e servizi abitativi, di formazione e avviamento al lavoro o per la garanzia dei servizi sanitari nei nuovi istituti. Il Governo ne ha parlato con le Regioni? – si domanda Anastasìa – No? Che aspetta?”.

“Al Governo e ai ministeri competenti – conclude Anastasìa -, Giustizia e Interni su tutti, chiediamo tavoli di lavoro istituzionali per la definizione delle modalità operative dei poteri che le leggi nazionali già riconoscono ai garanti territoriali (accesso senza necessità di autorizzazione nelle carceri, nei Cpr e nelle camere di sicurezza delle forze di polizia, ricezione dei reclami di detenuti e trattenuti, facoltà di colloqui diretti con gli interessati) e l’estensione della facoltà di accesso in ogni altro ambiente destinato al trattenimento involontario di persone, come gli hotspot per migranti.”

La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, con un ordine del giorno approvato dall’’assemblea riunitasi a Roma venerdì scorso, ha espresso 20 osservazioni e richieste in materia di migranti e delle relative soluzioni adottate dal Governo.

Un momento della conferenza. Al tavolo, da sinistra: la Componente del collegio del Garante nazionale, Emilia Rossi, il Garante regionale del Piemonte, Bruno Mellano, il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Stefano Anastasìa.

Un momento della conferenza “Carceri: il ruolo delle Regioni”. Al tavolo, da sinistra: la Componente del collegio del Garante nazionale, Emilia Rossi, il Garante regionale del Piemonte, Bruno Mellano, il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Stefano Anastasìa.