“La certezza della pena si deve coniugare con la qualità della pena. Questo il principio che dovrebbe guidare l’azione del governo, nell’intraprendere azioni volte a ridurre immediatamente il sovraffollamento nelle carceri, dove le condizioni di detenzione violano i diritti umani fondamentali”. Così il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, il Garante della Campania Samuele Ciambriello, nel corso della presentazione del documento in cui la Conferenza dei Garanti chiede un gesto di clemenza, in questo anno giubilare, che si è svolta giovedì 11 dicembre a Roma.
Dopo i saluti del senatore Filippo Sensi, vicepresidente della commissione diritti umani del Senato, Ciambriello ha esposto, assieme al Garante del Lazio, Stefano Anastasìa, la posizione della Conferenza dei Garanti territoriali che richiamano la politica a un’assunzione di responsabilità sulla questione penitenziaria, con interventi sul codice penale e processuale, sulle misure alternative alla detenzione, sulla disciplina della recidiva e sulla depenalizzazione.
“Crediamo che ci sia bisogno di una legge ordinaria per superare nell’immediato il sovraffollamento – ha dichiarato Ciambriello-, per mettere in campo risposte concrete per coloro che devono scontare meno di due anni, o, addirittura, meno di un anno, così come è stato fatto dal governo Berlusconi nel 2003 o sempre dal governo Berlusconi nel 2010”.

Da sinistra: Sensi, Ciambriello, Anastasìa, durante la presentazione del documento con cui la Conferenza dei Garanti territoriali chiede al governo un atto di clemenza, volto a ridurre il sovraffollamento nelle carceri.
I numeri del collasso
Il Garante Anastasìa ha mostrato i numeri delle persone detenute in Italia dal giugno 2021 a novembre 2025, che dimostrano come siano aumentati gli ingressi: ”Sono numeri forti, nonostante ci siano già stati dei decreti emergenza nel corso degli anni”.
Preoccupanti sono anche le previsioni per 2027, che dimostrano un’ulteriore crescita: ”Chi dice che non c’è altro da fare, deve tenere conto di questi numeri. C’è una tendenza di crescita, e aumenterà ancora”.’
‘Ci sono più persone in carcere che posti letto – ha proseguito Anastasìa-, anche se avessimo quei 10.000 posti che dice il ministro della Giustizia, comunque non sarebbero sufficienti”. Anastasìa ha anche riportato due esempi di quanto ha visto con i suoi occhi, sia nel carcere di Latina che in quello di Rebibbia. A Latina, ha raccontato che in una stanza in cui già quattro persone erano troppe, ne avevano sistemate otto, in letti a castello molto alti.
”Serve un provvedimento di emergenza con carattere deflattivo – ha ribadito Anastasia- e deve essere adottato anche sotto la responsabilità del Governo per motivo di necessità ed emergenza. Una scelta va fatta, si può decidere come e con quali strumenti, ma va fatta”.
Secondo i Garanti, occorrono dunque misure immediate, per chi deve scontare pene brevi e l’avvio di un sistema di ‘numero chiuso’, volto a garantire standard minimi di dignità e abitabilità per ogni persona detenuta. A tale proposito, Ciambriello ha voluto riportare il sostegno alla linea dei Garanti di Nicola D’Amore, sindacalista della Cisl Polizia penitenziaria favorevole alla liberazione anticipata speciale. Ciambriello ha ricordato infine le parole di Papa Francesco che, in apertura del Giubileo, aveva proposto il condono delle pene durante il Giubileo, per ridare speranza e dignità ai detenuti.
“Chiediamo speranza e umanità. Adesso”, ha concluso Ciambriello.
