Giusta pena e giusto reinserimento: incontro con i detenuti nel teatro di Rebibbia

Il coadiutore del Garante Sandro Compagnoni fa il punto sul sovraffollamento carcerario, nel corso dell'evento organizzato dal periodico "Dietro il cancello"
Sandro Compagnoni, coadiutore de Garante delle persone detenute della Regione Lazio durante il suo intervento nel teatro di Rebibbia.
Sandro Compagnoni, coadiutore de Garante delle persone detenute della Regione Lazio durante il suo intervento nel teatro di Rebibbia.

“Le pene non devono tendere solamente a punire chi si è reso colpevole di un reato, ma devono mirare anche alla sua rieducazione, favorendone il reinserimento nella società. Questo è il principio della finalità rieducativa della pena contenuto nell’articolo 27 della Costituzione. Nel nostro Paese, tale principio purtroppo di fatto è ostacolato da una situazione di malessere diffuso tra la popolazione detenuta, le cui cause sono ascrivibili principalmente all’annoso fenomeno del sovraffollamento. Uno degli indicatori più drammatici di tale situazione è il numero di suicidi”. Così Sandro Compagnoni, coadiutore del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, nel corso del suo intervento al workshop “Articolo 27 della Costituzione: giusta pena e giusto reinserimento”.

Il workshop, organizzato da Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, e dalla rivista “Dietro il cancello”, il periodico edito dal Gruppo Idee che viene realizzato dai detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo complesso, si è svolto mercoledì 27 settembre nel teatro della Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso.

Compagnoni ha riferito alla platea degli intervenuti i numeri della crisi, partendo dai dati nazionali sul numero dei suicidi: ottantacinque nel 2022 in tutta Italia, di cui sette nel Lazio. Nel 2023 sono stati cinquantatré al 19 settembre di cui suicidi sono stati sei, di cui ben cinque a Regina Coeli.

Ad aprire i lavori, il presidente dell’Asi, Claudio Barbaro e la direttrice della Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso, Rosella Santoro.

Oltre a Compagnoni, sono poi intervenuti; Rossana Scotucci, Capo area educativa Rebibbia Nuovo complesso; Claudio Ronci, Comandante della polizia penitenziaria Rebibbia Nc; Antonio Cacchio, Direttore Uoc Salute penitenziaria, Vincenzo Saulino, psicologo SerD, Gaetano Scalise, Presidente della Camera penale di Roma; Germana De Angelis, presidente Gruppo Idee; Annunziata Passannante dell’Uepe di Roma; Silvana Sergi, direttrice dell’Ufficio personale e formazione del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria Lazio-Abruzzo e Molise; Vittoria Stefanelli, Presidente f.f. Tribunale di sorveglianza di Roma e l’On. Tommaso Antonino Calderone, capogruppo Commissione giustizia della Camera dei deputati, Emilio Minunzio, componente del Consiglio nazionale del Terzo Settore e rappresentante sempre del Terzo Settore presso il Cnel. Hanno coordinato i lavori i giornalisti Stefano Liburdi de Il Tempo e Giuseppe Malara del Tg2.

Nel corso dell’evento sono state presentate e discusse alcune proposte alla presenza di oltre cento detenuti che hanno portato le proprie esperienze.

Il teatro di Rebibbia durante il workshop.

Il teatro di Rebibbia durante il workshop.