Convegno nazionale dei Cappellani carcerari: “Un ponte tra detenzione e libertà”

Appuntamento ad Assisi con i “cercatori instancabili di ciò che è perduto”
Don Raffaele Grimaldi, ispettore generale cappellani carceri italiane,

Anche la scelta di Assisi non è casuale. “Qui San Francesco – spiega Grimaldi – si è convertito dopo aver baciato il lebbroso e noi nelle carceri è come se noi baciassimo i lebbrosi ogni giorno”. La pandemia, poi, “ha avuto un forte impatto sulle carceri italiane”, spiega Claudia Clementi, direttrice del carcere di Regina Coeli. Ha complicato ancora di più la vita sia per i detenuti che per gli operatori. Nonostante questo, “i cappellani ci sono sempre stati”, come racconta padre Vittorio Trani, cappellano del carcere di Regina Coeli.

“La domenica non si può più fare la messa tutti insieme ma abbiamo sempre trovato il modo di far arrivare la preghiera in tutti i settori del carcere”, ribadisce padre Vittorio. Una figura, quella dei cappellani, che sta provando ad evolversi insieme alla popolazione carceraria. Secondo l’ultimo rapporto Antigone sono 17.344 i detenuti stranieri, cioè il 32,5%.

“Abbiamo a che fare con diverse fedi, nonostante questo, nessuno viene escluso, il cappellano accoglie tutti”, sottolinea padre Grimaldi. E anche quando la detenzione sta per finire, il cappellano si dimostra il collante tra dentro e fuori. “Sono preziosissimi perché riescono a offrire un vero e proprio supporto materiale, ma anche a costruire percorsi di reinserimento con prospettive future”, racconta la direttrice del carcere. Lo stesso vale per molti detenuti stranieri che sul territorio spesso non hanno riferimenti abitativi o familiari. “Col cappellano si individuano risorse che vado a supplire anche a queste carenze”, conclude la direttrice del carcere.

(agenzia Ansa del 30 aprile 2022)

In programma, martedì 3 maggio alle 15, un laboratorio sull’ergastolo a cura del Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa.

Programma IV CONVEGNO PASTORALE PENITENZIARIA