Covid-19, D’Amato: “Vaccini nelle carceri intorno a metà marzo”

L'assessore regionale alla Sanità, D'Amato, fa il punto sul piano delle vaccinazioni nel Lazio

“Successivamente alle forze dell’ordine e al personale scolastico e universitario, intorno a metà marzo ci sarà una particolare categoria individuata dal piano nazionale e cioè il mondo delle carceri, sia il personale della polizia penitenziaria sia i detenuti”. Così l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nel corso dell’audizione sul piano vaccinazioni in settima commissione consiliare permanente, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI).

“Speriamo per quella data – ha proseguito D’Amato – di avere a disposizione ulteriori vaccini che stanno completando il percorso autorizzativo, mi riferisco in particolare al vaccino Johnson and Johnson che, secondo autorevoli indiscrezioni che abbiamo raccolto, dovrebbe essere disponibile per quel periodo. Questo vaccino – ha aggiunto D’Amato – è molto simile a quello di Astrazeneca ma non ha bisogno della dose di richiamo e quindi sulle comunità chiuse è un elemento essenziale dal punto di vista organizzativo, per evitare di ritornare negli istituti di reclusione per la seconda dose”. Nel corso dell’audizione, che si è svolta in modalità telematica, è intervenuta anche la consigliera Valentina Corrado (M5s) che ha ricordato il recente focolaio nel carcere di Rebibbia, le criticità rispetto ai luoghi in cui sono tenuti i detenuti positivi al Covid-19, zone oggetto di ristrutturazione, e la sospensione della didattica, anche a distanza, per coloro che hanno intrapreso un percorso di studi. “Nelle carceri – ha concluso Corrado – ci sono problemi importanti e seri che le rendono come una sorta di bomba a orologeria”.

Il Covid-19 nei 14 istituti di pena del Lazio. Elaborazione grafica su dati della Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria – Area rete integrata del territorio.