Dalla Mostra del cinema di Venezia un premio per le allieve detenute

Proiezione dei video nel teatro della Casa circondariale di Rebibbia
Un'immagine tratta da un corto delle detenute di Rebibbia.

Martedì 20 febbraio nel teatro della Casa circondariale femminile di Rebibbia è stata proiettata una selezione di video realizzati dalle allieve detenute, ispirati a romanzi, graphic novel e poesie, nell’ambito del premio Bookciak, Azione!. Si tratta di alcuni cortometraggi di tre minuti realizzati dalle studentesse della sezione interna del liceo artistico statale “Enzo Rossi”.

La direttrice dell’istituto penitenziario, Nadia Fontana, è intervenuta in apertura sottolineando l’importanza di un progetto che favorisce l’incontro della società esterna con l’interno. Presente anche la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, al termine delle proiezioni è stata consegnata fisicamente la targa conferita all’evento di pre-apertura delle Giornate degli autori al Festival di Venezia al corto “El Chuño. Los Andes a Rebibbia”: appena tre minuti di immagini e musica in cui emerge la particolare visione da dietro le sbarre del ricordo di fuori, tra montagne e foreste a partire dalla raccolta di poesie Sacro e urbano di Isabella Capurso.

Nell’occasione il preside del liceo, Danilo Vicca, ha consegnato il diploma di maturità a una studentessa diplomatasi nell’anno scolastico 2021-2022.

Bookciak Azione!

Come ha ricordato l’ideatrice e direttrice del premio, Gabriella Gallozzi, “quello di Bookciak, Azione! è un progetto che nella sezione dedicata a Rebibbia porta fuori dalle mura del carcere un lavoro che si costruisce dentro, collettivamente, che unisce la lettura a immagini, suoni, voce, animazioni, dalla prospettiva di chi vive il carcere ogni giorno”. E infatti i corti selezionati sono stati portati davanti al pubblico lo scorso mese di dicembre, attraverso un tour nel Lazio, sostenuto dalla stessa Regione.

I corti nascono nell’ambito del laboratorio cine-letterario Bookciak a Rebibbia, realizzato grazie all’impegno dei docenti del liceo artistico Enzo Rossi. In particolare i professori Lucia Lo Buono e Claudio Fioramanti che da oltre cinque anni coordinano, all’interno del femminile di Rebibbia, dei laboratori di lettura e filmmaking. Da qui nascono i corti delle studentesse- detenute che, in seguito, grazie alla complessa organizzazione del premio Bookciak, Azione! sono presentati alla Mostra del cinema di Venezia e poi prendono il largo attraverso un circuito di festival nazionali e internazionali (Parigi e Lugano).

È da dodici anni, infatti, che l’Associazione culturale Calipso, promuove la sinergia tra cinema e letteratura, attraverso il premio letterario Bookciak Legge, quello audiovisivo Bookciak, Azione! evento di pre-apertura delle Giornate degli Autori veneziane; il quotidiano culturale online, Bookciak Magazine, dedicato a tutto il cinema di derivazione letteraria.

Che cosa raccontano i corti

Tra i corti delle ragazze di Rebibbia spiccano quelli realizzati durante i due anni di Covid che, all’interno del carcere, sono stati più drammatici a causa dell’isolamento nell’isolamento. Così come testimoniano Tempo fermo (da Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole di Chicca Gagliardo e Massimiliano Tappari, Hacca, 2020), tre minuti di pura emozione attraverso una Babele di lingue e volti, e Penelope a Rebibbia in cui i racconti di resistenze tutti al femminile della scrittrice Veronica Passeri, hanno suggerito similitudini con le resistenze vissute all’interno dalle ragazze durante il confinamento.

E ancora La leggenda del migrante-tradizione orale (da Io marinaro, la vita avventurosa di un migrante del mare, Edizioni LiberEtà 2018) che ci offre la loro personalissima interpretazioni degli sbarchi nel Mediterraneo, o la guerra dei Balcani vissuta da tante di loro di origine Bosniaca (Volti) dal fumetto di Laura Scarpa, War painters, 1915-1918. Come larte salva dalla guerra o, ancora i sogni e i desideri possibili vissuti proprio grazie alla creatività, che in parte rende libere, così come ci raccontano in Scarpe, uno dei corti più vitali e riusciti del 2018, ispirato ai racconti di Elvis Malaj, Dal tuo terrazzo si vede casa mia.

Un’immagine tratta da un corto delle detenute di Rebibbia.