Gli adulti in area penale esterna: i numeri del 2023

Rapporto del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità
Un fotogramma del cortometraggio "Erbacce"

132.300 soggetti in carico agli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe), alla data del 31 dicembre 2023, di cui 84.610 sottoposti a misure penali di comunità. Circa l’81 per cento sono italiani, il 19,4 per cento stranieri. 8126 nel Lazio. Il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia, che si occupa dell’esecuzione penale esterna per adulti e minori, ha pubblicato il rapporto sullo stato dell’esecuzione delle misure e sanzioni di comunità, che contiene anche i primi dati provvisori relativi all’applicazione delle nuove pene sostitutive delle pene detentive brevi, previste dalla riforma “Cartabia” varata con il decreto legislativo 150/2022.

Il principale campo di intervento degli Uepe è quello relativo all’esecuzione delle misure e sanzioni di comunità, ivi comprese le pene sostitutive delle pene detentive brevi. Come si legge nel rapporto in premessa, i compiti attributi agli Uffici si esplicano in cinque aree di intervento: attività di indagine sulla situazione individuale e socio – familiare nei confronti dei soggetti che chiedono di essere ammessi alle misure alternative alla detenzione, alla messa alla prova, alle pene sostitutive; attività di elaborazione e verifica dei programmi di trattamento; svolgimento delle inchieste per l’applicazione, modifica, proroga o revoca delle misure di sicurezza, su richiesta della magistratura di sorveglianza; esecuzione delle misure alternative alla detenzione e delle sanzioni e misure di comunità, ivi comprese le pene sostitutive delle pene detentive brevi; attività di consulenza agli istituti penitenziari per favorire il buon esito del trattamento penitenziario.

Uno dei grafici del rapporto del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.

Il documento fornisce dunque un quadro dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, in carico agli Uepe: i dati riferiti alla data del 31 dicembre 2023 e i dati di flusso dello stesso anno, analizzati nel Sole24Ore di lunedì 21 gennaio 2024 dal magistrato Fabio Fiorentin il quale innanzi tutto spiega ai lettori del quotidiano che, “intervenendo sulla legge 689/1981, la riforma ha introdotto nell’ordinamento le nuove pene sostitutive della semilibertà sostitutiva, della detenzione domiciliare sostitutiva e del lavoro di pubblica utilità sostitutivo, modificando anche la disciplina della pena pecuniaria sostitutiva, consentendo così, per condanne fino a quattro anni, l’adozione di misure alternative al carcere già nella fase di merito, senza il passaggio davanti al giudice di sorveglianza”.

“Un primo dato interessante – scrive Fiorentin – è il numero di applicazioni (2.115 persone in carico nel corso del 2023), che conferma la vitalità della nuova disciplina, con 360 detenzioni domiciliari sostitutive, otto semilibertà sostitutive e 1.747 provvedimenti di lavoro di pubblica utilità, mentre non vi sono – al momento – dati sulla pena pecuniaria sostitutiva, in attesa delle rilevazioni statistiche che, in base all’articolo 79 del decreto legislativo 150/2022, dovrebbero essere effettuate in previsione della relazione annuale del ministro della Giustizia al Parlamento. In quasi un anno di vigenza, dunque, il numero delle applicazioni delle nuove pene sostitutive ha surclassato quello delle vecchie sanzioni sostitutive (semidetenzione, libertà controllata e lavoro sostitutivo) che nel 2022 si erano fermate a 422 applicazioni totali”.

“La semilibertà sostitutiva – prosegue il magistrato -, com’era prevedibile, non ha un grande appeal, in quanto impone quell’immediato contatto del condannato con il carcere che invece il meccanismo di sospensione, previsto dall’articolo 656, comma 5, del Codice di procedura penale per l’accesso alle misure alternative alla detenzione, consente di evitare fino alla decisione del tribunale di sorveglianza. La detenzione domiciliare sostitutiva, che pure non ha avuto finora un’applicazione ampia, ha, invece, molte potenzialità espansive. Tutto si giocherà sulla flessibilità applicativa consentita sotto il profilo della modulazione delle prescrizioni (basti pensare che al detenuto domiciliare può essere concessa la libertà di permanere fuori dal domicilio dalle 4 alle 12 ore al giorno) così da avvicinare la misura domiciliare, nel suo contenuto sostanziale, all’affidamento in prova al servizio sociale”.

Fiorentin conclude che il lavoro di pubblica utilità, con più di 1.700 applicazioni, si colloca al vertice delle preferenze, lasciando intravedere più ampie potenzialità applicative di questa modalità esecutiva anche nella sua nuova veste di pena sostitutiva.

Grafico tratto dal Rapporto del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità “Adulti in area penale esterna”, dati (provvisori) riferiti alla data del 31 dicembre 2023 e dati di flusso dell’anno 2023.

 


Temi: