Il Garante al tavolo per la tutela della salute delle persone detenute del carcere di Viterbo

All’ordine del giorno il piano per la sicurezza degli operatori sanitari e le carenze del personale sanitario e penitenziario
L'ingresso della casa circondariale di Viterbo.

Il Garante delle persone detenute della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato oggi alla direzione generale della Asl di Viterbo, per partecipare al tavolo paritetico per la tutela della salute delle persone detenute, dedicato al sistema di erogazione delle prestazioni sanitarie e di cui fanno parte tutte le istituzioni del territorio che operano in ambito carcerario. Il coordinamento è stato affidato alla Asl di Viterbo e alla direzione della Casa circondariale di Viterbo, “Mammagialla”. 

Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, la direttrice della casa circondariale di Viterbo, Anna Maria Dello Preite, il professor Antonio Rizzotto, facente funzioni della direzione sanitaria della Asl di Viterbo, il direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di medicina protetta-malattie infettive, Giulio Starnini, il responsabile della Uos medicina penitenziaria territoriale, Fabrizio Ferri.

Nella riunione si è discusso delle misure proposte dal servizio di prevenzione della Asl a seguito di alcuni episodi di violenza fisica e/o verbale subiti dal personale sanitario operante in carcere. Difficoltà specifiche vengono dalla carenza del personale di polizia penitenziaria. D’altro canto, la direttrice la direttrice dell’istituto penitenziario ha riportato il dato sulle presenze: 648 detenuti (a fronte di 405 posti effettivamente disponibili), ricordando che al momento del suo ingresso alla direzione, nel 2021, i detenuti erano 470, e che c’è una mancanza di personale di polizia penitenziaria pari a 81 unità.

I problemi di sicurezza incidono anche sulla disponibilità del personale sanitario a prestare servizio in carcere, che si somma alla difficoltà dei Nuclei di traduzione e piantonamento ad assicurare l’accompagnamento dei detenuti a visite mediche esterne. Il Garante Anastasia ha quindi ribadito la necessità del riconoscimento di quelle penitenziarie come sedi disagiate per il personale sanitario e di una revisione delle dotazioni organiche dei Nuclei di traduzione e piantonamento e delle loro modalità operative. Entrambe le questioni saranno proposte alla riunione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria della Regione Lazio, convocata per il prossimo 14 dicembre.