Il Garante Anastasìa in visita al carcere di Latina

Protesta pacifica e nonviolenta delle detenute che rifiutano il vitto dell'amministrazione e sbattono oggetti metallici contro le sbarre, ogni giorno dalle 13,15 alle 13,30.
Il Garante Anastasìa (primo da destra), il coordinatore dell’attività di monitoraggio, Ciro Micera, e il referente per il carcere di Latina della struttura di supporto al Garante, Pietro Fargnoli, prima dell’ingresso nell’istituto di pena.

Il Garante delle persone private della libertà personale del Lazio, Stefano Anastasìa, è stato oggi in visita alla casa circondariale di Latina, dove le detenute della sezione d’alta sicurezza da alcuni giorni stanno dando vita a una forma di protesta pacifica e nonviolenta, consistente nel rifiuto del vitto dell’amministrazione e nella battitura delle sbarre con oggetti metallici, ogni giorno dalle 13,15 alle 13,30. Battitura che ha potuto sentire anche il Garante il quale, accompagnato da alcuni membri del suo staff, ha innanzi tutto incontrato la direttrice, Nadia Fontana. Anastasìa ha poi visitato le sezioni maschili, prima di incontrare le detenute le quali hanno dato vita alla loro protesta, come forma di adesione alla campagna promossa da Rita Bernardini, storica esponente del partito radicale e presidente di Nessuno tocchi Caino. Rita Bernardini incontrerà domani il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedere al governo misure urgenti per svuotare le carceri in questo momento di emergenza sanitaria.

Il carcere di Latina non è molto grande, ma è particolarmente sovraffollato: secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, al 30 novembre erano presenti 130 persone detenute, di cui 39 donne, per una capienza regolamentare di 77 posti. Le detenute incontrate hanno manifestato la necessità di ottenere maggiori occasioni di contatto con i propri cari, attraverso le videochiamate. Benché al momento non siano presenti soggetti positivi al Covid-19, tra le detenute c’è ancora molta preoccupazione per le possibilità di contagi che potrebbero provenire dall’esterno, come è avvenuto in passato.

“Spero che nel piano sanitario per i vaccini anti Covid-19 – ha dichiarato Anastasìa a tale proposito -, le persone detenute e il personale degli istituti di pena siano riconosciuti come prioritari. Sarebbe questo un segno di attenzione alle obiettive condizioni di eccezionale disagio che i detenuti e le detenute stanno vivendo nel corso della pandemia”. Un disagio che nel carcere di Latina è acuito dalla ristrettezza degli spazi. Nell’alta sicurezza femminile, in un’unica stanza, senza finestre che danno sull’esterno, si svolgono lezioni scolastiche, attività formative, come la ceramica, e attività fisiche grazie a qualche attrezzo per la palestra. Anche gli spazi all’aperto per i passeggi sono piccoli, sia nella media sicurezza maschile che nell’alta sicurezza femminile. I campi sportivi condividono gli spazi con i passeggi.