Venerdì 4 agosto il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato nell’Alta sicurezza del carcere femminile di Rebibbia. “Qui le detenute sono troppo poche per fare qualsiasi attività – ha dichiarato il Garante al termine della visita-, le videochiamate si possono fare solo in una mattina della settimana (il venerdì), per non più di venti minuti, due volte al mese, l’area verde è infestata da insetti e formiche e le otto ore di lavoro al giorno alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, divise per cinque di loro, sono state ridotte a cinque e mezza divise per tre”.
La Casa circondariale di Rebibbia Femminile sorge a Roma nel quartiere Rebibbia. Nasce negli anni 50 e in origine ospitava anche detenute minorenni. La Casa circondariale è composta da due grandi reparti e quattro reparti più piccoli, oltre che grandi spazi verdi dove si svolgono regolarmente incontri all’aria aperta tra le detenute e i loro familiari – Vi è anche una grande azienda agricola. Secondo quanto riportato nel sito del ministero della Giustizia, al 6 giugno di quest’anno erano 333 le persone ivi detenute, a fronte di 275 posti regolamentari, di cui 7 non disponibili.
Il Garante in visita all’Alta sicurezza del carcere femminile di Rebibbia
“Troppo poche per qualsiasi attività”